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domenica 10 Novembre 2024

Ufficio delle letture

 XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - IV SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?
SALMO 23    Il Signore entra nel suo tempio

Le porte del cielo si sono aperte a Cristo Signore,
quando salì al cielo
(sant’Ireneo).
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
   l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari, *
   e sui fiumi l’ha stabilita.
Chi salirà il monte del Signore, *
   chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
   chi non pronunzia menzogna, *
   chi non giura a danno del suo prossimo.
Egli otterrà benedizione dal Signore, *
   giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
   che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria? †
   Il Signore forte e potente, *
   il Signore potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri frontali, †
   alzatevi, porte antiche, *
   ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria? *
   Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
1 ant.
Chi salirà il monte del Signore?
          Chi starà nel suo luogo santo?
2 ant.
Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.
SALMO 65     Inno di grazie in occasione del sacrificio
Sulla risurrezione del Signore e la conversione dei pagani (Esichio).

I    (1-12)
Acclamate a Dio da tutta la terra, †
   cantate alla gloria del suo nome, *
   date a lui splendida lode.
Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! *
   Per la grandezza della tua potenza
      a te si piegano i tuoi nemici.
A te si prostri tutta la terra, *
   a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio, *
   mirabile nel suo agire sugli uomini.
Egli cambiò il mare in terra ferma, †
   passarono a piedi il fiume; *
   per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno, †
   il suo occhio scruta le nazioni; *
   i ribelli non rialzino la fronte.
Benedite, popoli, il nostro Dio, *
   fate risuonare la sua lode;
è lui che salvò la nostra vita *
   e non lasciò vacillare i nostri passi.
Dio, tu ci hai messi alla prova; *
   ci hai passati al crogiuolo, come l’argento.
Ci hai fatti cadere in un agguato, *
   hai messo un peso ai nostri fianchi.
Hai fatto cavalcare uomini sulle nostre teste; †
   ci hai fatto passare per il fuoco e l’acqua, *
   ma poi ci hai dato sollievo.
2 ant.
Popoli, benedite il nostro Dio:
          è lui che salvò la nostra vita, alleluia.
3 ant.
Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.
II    (13-20)
Entrerò nella tua casa con olocausti, *
   a te scioglierò i miei voti,
i voti pronunziati dalle mie labbra, *
   promessi nel momento dell’angoscia.
Ti offrirò pingui olocausti con fragranza di montoni, *
   immolerò a te buoi e capri.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, *
   e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui ho rivolto il mio grido, *
   la mia lingua cantò la sua lode.
Se nel mio cuore avessi cercato il male, *
   il Signore non mi avrebbe ascoltato.
Ma Dio ha ascoltato, *
   si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio: non ha respinto la mia preghiera, *
   non mi ha negato la sua misericordia.
3 ant.
Ascoltate, voi che temete Dio,
          quanto per me ha fatto il Signore, alleluia.
V.
Viva ed efficace è la parola di Dio,

R.
più penetrante che una spada a due tagli.
PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Daniele
1, 1-21
La fedeltà dei giovani Israeliti
nel palazzo del re di Babilonia

   L'anno terzo del regno di Ioiakim re di Giuda, Nabucodonosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse di assedio. Il Signore diede Ioiakim re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaar e depositò gli arredi nel tesoro del tempio del suo Dio.
   Il re ordinò ad Asfenaz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile, senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei Caldei.
   Il re assegnò loro una razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria; però il capo dei funzionari di corte chiamò Daniele Baltazar, Anania Sadrach; Misaele Mesach e Azaria Abdenego.
   Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare.
   Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e così io mi renda colpevole davanti al re». Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria: «Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi servi come avrai constatato». Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni; terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. D'allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto legumi.
   Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
   Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò da Nabucodonosor. Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i quali rimasero a servizio del re; in qualunque affare di sapienza e intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il suo regno. Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro. 
 
RESPONSORIO                                Cfr. Dn 1, 17. 20

R.
Il Signore concesse a questi giovani intelligenza e
sapienza;
*
Dio confermò il loro cuore con il dono
del suo spirito.

V.
In qualunque affare di sapienza e di intelligenza
su cui il re interrogasse, li trovò preparati.

R.
Dio confermò il loro cuore con il dono del suo
spirito.
SECONDA LETTURA

Dall'«Omelia» di un autore del secondo secolo
(Capp 1, 1 - 2, 7; Funk, 1, 145-149)

Cristo volle salvare tutto ciò che andava in rovina
   Fratelli, ravviviamo la nostra fede in Gesù Cristo, vero Dio, giudice dei vivi e dei morti, e rendiamoci consapevoli dell’estrema importanza della nostra salvezza. Se noi svalutiamo queste grandi realtà facciamo male e scandalizziamo quelli che ci sentono e mostriamo di non conoscere la nostra vocazione né chi ci abbia chiamati né per qual fine lo abbia fatto e neppure quante sofferenze Gesù Cristo abbia sostenuto per noi.
   E quale contraccambio potremo noi dargli o quale frutto degno di quello che egli stesso diede a noi? E di quanti benefici non gli siamo noi debitori? Egli ci ha donato l’esistenza, ci ha chiamati figli proprio come un padre, ci ha salvati mentre andavamo in rovina. Quale lode dunque, quale contraccambio potremo dargli per ricompensarlo di quanto abbiamo ricevuto? Noi eravamo fuorviati di mente, adoravamo pietre e legno, oro, argento e rame lavorato dall’uomo. Tutta la nostra vita non era che morte! Ma mentre eravamo avvolti dalle tenebre, pur conservando in pieno il senso della vista, abbiamo riacquistato l’uso degli occhi, deponendo, per sua grazia, quel fitto velo che li ricopriva.
   In realtà, scorgendo in noi non altro che errori e rovine e l’assenza di qualunque speranza di salvezza, se non di quella che veniva da lui, ebbe pietà di noi e, nella sua grande misericordia, ci donò la salvezza. Ci chiamò all’esistenza mentre non esistevamo, e volle che dal nulla cominciassimo ad essere.
   Esulta, o sterile, tu che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo, tu che non partorisci, perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata dei figli di quella che ha marito (cfr. Is 54, 1). Dicendo: Esulta, o sterile, tu che non hai partorito, sottolinea la gioia della Chiesa che prima era priva di figli e poi ha dato noi alla luce. Con le parole: Prorompi in grida di giubilo..., esorta noi ad elevare a Dio, sempre festosamente, le voci della nostra preghiera. Con l’espressione: Perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata dei figli di quella che ha marito, vuol dire che il nostro popolo sembrava abbandonato e privo di Dio e che ora, però, mediante la fede, siamo divenuti più numerosi di coloro che erano guardati come adoratori di Dio.
   Un altro passo della Scrittura dice: «Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9, 13). Dice così per farci capire che vuol salvare quelli chevanno in rovina. Importante e difficile è sostenere non ciò che sta bene in piedi, ma ciò che minaccia di cadere. Così anche Cristo volle salvare ciò che stava per cadere e salvò molti, quando venne a chiamare noi che già stavamo per perderci.
 
RESPONSORIO              Cfr. 1 Ts 5, 9-10; Col 1, 13

R.
Dio ci ha destinati alla salvezza per mezzo del
Signore nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi,

*
perché viviamo insieme con lui.

V.
Egli ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha
trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,

R.
perché viviamo insieme con lui.
INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.
*
Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
*
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.
* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.
ORAZIONE
   Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.
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