A Roma, sant’Igino, papa, che occupò per ottavo la cattedra dell’apostolo Pietro.
In Africa, san Salvio, martire, nel cui anniversario di morte sant’Agostino tenne un sermone al popolo di Cartagine.
A Tigava in Mauritania, nell’odierna Algeria, san Tipasio veterano, martire, che, richiamato nell’esercito, non volle sacrificare agli dèi e fu decapitato.
A Cesarea in Palestina, san Pietro, detto Apselámo o Bálsamo, martire: sotto l’imperatore Massimino, ripetutamente invitato dal governatore e da tutti i presenti a risparmiare la sua giovinezza, non si curò delle loro esortazioni e nel fuoco, come oro purissimo, testimoniò con fortezza d’animo la propria fede in Cristo.
In un eremo della Giudea, san Teodosio, cenobiarca: amico di san Saba, dopo lunga vita solitaria associò a sé molti discepoli e praticò la vita comunitaria in monasteri da lui stesso costruiti, finché, dopo aver molto patito per la fede cattolica, riposò centenario nella pace di Cristo.
A Cividale del Friuli, san Paolino, vescovo di Aquileia, che si adoperò nel convertire alla fede gli Avari e gli Sloveni e dedicò al re Carlo Magno un celebre poema sulla regola di fede.
A Catania, beato Bernardino Scammacca, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che si distinse in modo speciale per la misericordia verso i bisognosi e i malati.
A Londra in Inghilterra, beato Guglielmo Carter, martire: uomo sposato, per aver dato alle stampe un trattato sullo scisma, fu impiccato a Tyburn e crudelmente fatto a pezzi sotto la regina Elisabetta I.
Presso Danzica in Polonia, beato Francesco Rogaczewski, sacerdote e martire, che, durante l’occupazione della Polonia da parte di un regime ateo, venne fucilato per la sua fede.