A Cesarea in Cappadocia, nell’odierna Turchia, santi Germano, Teofilo e Cirillo, martiri.
Ad Agrigento, san Libertino, vescovo e martire.
Nel territorio di Lauragais nella Gallia narbonense, ora in Francia, san Pápulo, venerato come martire.
A Viterbo, santi Valentino, sacerdote, e Ilario, diacono, martiri.
Nella Bretagna in Francia, san Guenaele, ritenuto abate di Landévennec.
A Roma, commemorazione di santa Silvia, madre del papa san Gregorio Magno, che, secondo quanto lo stesso Pontefice riferì nei suoi scritti, raggiunse il vertice della vita di preghiera e di penitenza e fu per il prossimo un eccelso esempio.
Nel monastero di Hornbach presso Strasburgo in Borgogna, deposizione di san Pirmino, vescovo e abate di Reichenau, che evangelizzò gli Alamanni e i Bavari, fondò molti monasteri e scrisse un libro per i suoi discepoli sulla catechesi degli incolti.
Nel monastero di Antídion in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Giovannicio, monaco, che, lasciato l’esercito dopo più di venti anni di servizio, si diede a vita solitaria su vari pendii dell’Olimpo, terminando di solito la preghiera con le parole: «Dio, mia speranza; Cristo, mio rifugio; Spirito
Santo, mio protettore».
Ad Alem nelle Fiandre, nell’odierna Olanda, deposizione di santa Odrada, vergine.
A Urgell nella Catalogna in Spagna, sant’Ermengaudio, vescovo, che fu uno degli illustri presuli che si adoperarono per ristabilire la Chiesa nelle terre liberate dal giogo dei Mori e, precipitato a terra mentre lavorava con le sue proprie mani alla costruzione di un ponte, morì fratturandosi il capo sulle pietre.
Nella Marsica in Abruzzo, san Berardo, vescovo, che si distinse nella lotta contro la simonia, nell’opera di rinnovamento della disciplina del clero e nelle attività di sostegno e protezione dei poveri.
A Cudot nel territorio di Sens in Francia, beata Alpáide, vergine, che, crudelmente percossa e abbandonata dai suoi genitori da bambina, visse poi reclusa in una piccola cella fino ad avanzata vecchiaia.
Presso il monastero di Fischingen nel territorio dell’odierna Svizzera, santa Idda, monaca di clausura.
A Rimini in Romagna, beato Simone Balacchi, religioso dell’Ordine dei Predicatori, che condusse una vita tutta dedita al servizio dei fratelli, alla penitenza e alla preghiera.
A Milano, anniversario della morte di san Carlo Borromeo, vescovo, la cui memoria si celebra domani.
Nella fortezza di Xã Doài nel Tonchino, ora Viet Nam, san Pietro Francesco Néron, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che sotto l’imperatore Tu Duc visse per tre mesi rinchiuso in una stretta gabbia e, atrocemente percosso, rimase per tre settimane senza alcun alimento, portando infine a termine il suo martirio con la decapitazione.