A Capua in Campania, san Lùpulo, martire.
A Rimini, san Gaudenzio, che si ritiene sia stato, in tempo di persecuzione, il primo vescovo di questa città.
A Bruges nel territorio dell’odierno Belgio, commemorazione di san Donaziano, vescovo di Reims, le cui reliquie si conservano in questa città.
A Todi in Umbria, san Fortunato, vescovo, che, come riferisce il papa san Gregorio Magno, rifulse di immensa virtù nel prestare assistenza ai malati.
Nel territorio di Châlons nella Champagne in Francia, santa Manechilde, vergine.
A Luni in Liguria, comemorazione di san Venanzio, vescovo, che ebbe particolare cura del clero e dei monaci e fu amico stimato del papa san Gregorio Magno.
Presso Beauvais in Neustria, ora in Francia, santa Angadrisma, badessa del monastero fondato da sant’Ebrolfo e chiamato l’Oratorio, perché aveva più luoghi di preghiera, in cui ella senza sosta serviva il Signore.
A San Severino nelle Marche, san Domenico, detto Loricato per la cintura di ferro di cui si era cinto i fianchi, sacerdote dell’Ordine dei Camaldolesi, che, ordinato per simonia, si fece poi monaco eremita e, discepolo di san Damiano, condusse un’aspra vita di austerità e penitenza.
Nel villaggio di Picadero de Paterna nel territorio di Valencia in Spagna, beata Anna Maria Aranda Riera, vergine e martire, che, in tempo di persecuzione contro la fede, versò il sangue per Cristo.
Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beati Stanislao Mysakowski e Francesco Roslaniec, sacerdoti e martiri, che, durante l’occupazione della Polonia in tempo di guerra da parte di nemici di Dio e della dignità umana, subirono il martirio in una camera a gas.
A Leopoli in Ucraina, beato Romano Lysko, sacerdote e martire, che, durante la persecuzione contro la fede, seguendo costantemente le orme di Cristo, giunse per sua grazia al regno dei cieli.