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martedì 23 Aprile 2024

Ufficio delle letture

SAN GIORGIO, MARTIRE - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino e unico
nei secoli sia gloria. Amen.
Oppure:
Martyr Dei, qui
(
quæ
)
únicum
Patris sequéndo Fílium
victis triúmphas hóstibus,
victor
(
victrix
)
fruens cæléstibus,
Tui precátus múnere
nostrum reátum dílue,
arcens mali contágium,
vitæ repéllens tǽdium.
Solúta sunt iam víncula
tui sacráti córporis;
nos solve vinclis sǽculi
amóre Fílii Dei.
Honor Patri cum Fílio
et Spíritu Paráclito,
qui te coróna pérpeti
cingunt in aula glóriæ. Amen.
1 ant.
A te giunga, Signore, il mio grido:
          non nascondermi il tuo volto.
SALMO 101    Aspirazioni e preghiere di un esule

Sia benedetto Dio... il quale ci consola in ogni nostra
tribolazione
(2 Cor 1, 4).
 
I   (2-12)
Signore, ascolta la mia preghiera, *
   a te giunga il mio grido.
Non nascondermi il tuo volto; †
   nel giorno della mia angoscia
      piega verso di me l’orecchio. *
   Quando ti invoco: presto, rispondimi.
Si dissolvono in fumo i miei giorni *
   e come brace ardono le mie ossa.
Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, *
   dimentico di mangiare il mio pane.
Per il lungo mio gemere *
   aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono simile al pellicano del deserto, *
   sono come un gufo tra le rovine.
Veglio e gemo *
   come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, *
   furenti imprecano contro il mio nome.
Di cenere mi nutro come di pane *
   alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno, *
   perché mi sollevi e mi scagli lontano.
I miei giorni sono come ombra che declina, *
   e io come erba inaridisco.
1 ant.
A te giunga, Signore, il mio grido:
          non nascondermi il tuo volto.
2 ant.
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
II    (13-23)
Ma tu, Signore, rimani in eterno, *
   il tuo ricordo per ogni generazione.
Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, †
   perché è tempo di usarle misericordia: *
   l’ora è giunta.
Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre *
   e li muove a pietà la sua rovina.
I popoli temeranno il nome del Signore *
   e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion *
   e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera del misero *
   e non disprezza la sua supplica.
Questo si scriva per la generazione futura *
   e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, *
   dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il gemito del prigioniero, *
   per liberare i condannati a morte;
perché sia annunziato in Sion il nome del Signore *
   e la sua lode in Gerusalemme,
quando si aduneranno insieme i popoli *
   e i regni per servire il Signore.
2 ant.
Volgiti, Signore, alla preghiera del povero.
3 ant.
In principio, Signore, hai fondato la terra,
          i cieli sono opera delle tue mani, alleluia.
III    (24-29)
Ha fiaccato per via la mia forza, *
   ha abbreviato i miei giorni.
Io dico: Mio Dio, †
   non rapirmi a metà dei miei giorni; *
   i tuoi anni durano per ogni generazione.
In principio tu hai fondato la terra, *
   i cieli sono opera delle tue mani.
Essi periranno, ma tu rimani, *
   tutti si logorano come veste,
come un abito tu li muterai *
   ed essi passeranno.
Ma tu resti lo stesso *
   e i tuoi anni non hanno fine.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora, *
   resterà salda davanti a te la loro discendenza.
3 ant.
In principio, Signore, hai fondato la terra,
          i cieli sono opera delle tue mani, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
14, 1-13

Il canto nuovo per l’Agnello vittorioso
   
   Io, Giovanni, guardai ed ecco l’Agnello ritto sul monte Sion e insieme centoquarantaquattromila persone che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e ai vegliardi. E nessuno poteva comprendere quel cantico se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Questi non si sono contaminati con donne, sono infatti vergini e seguono l’Agnello dovunque va. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca; sono senza macchia.
    Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo. Egli gridava a gran voce:
       «Temete Dio e dategli gloria,
       perché è giunta l’ora del suo giudizio.
       Adorate colui che ha fatto
       il cielo e la terra,
       il mare e le sorgenti delle acque».
    Un secondo angelo lo seguì gridando:
       «È caduta, è caduta
       Babilonia la grande,
       quella che ha abbeverato tutte le genti
       col vino del furore della sua fornicazione».
    Poi, un terzo angelo li seguì gridando a gran voce: «Chiunque adora la bestia e la sua statua e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell’ira di Dio che è versato puro nella coppa della sua ira e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell’Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome». Qui appare la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.
    Poi udii una voce dal cielo che diceva: «Scrivi: Beati fin d’ora i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono».
 
RESPONSORIO                    Cfr. Ap 14, 2. 7. 6. 7
R.
Vidi un angelo che volava in mezzo al cielo e
gridava a gran voce:
*
Temete Dio e dategli gloria,
alleluia.

V.
Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il
mare e le sorgenti delle acque.

R.
Temete Dio e dategli gloria, alleluia.
SECONDA LETTURA
Dai «Discorsi» di san Pier Damiani, vescovo
(Disc. 3 su san Giorgio; PL 144, 567-571)
Invincibilmente premunito del vessillo della croce
   La festa odierna, o carissimi, raddoppia la letizia della gloria pasquale e, come gemma preziosa, fa risplendere, con la bellezza del suo splendore, l’oro in cui è incastonata.
   Egli passò evidentemente dall’uno all’altro servizio militare. Cambiò l’ufficio di tribuno con la milizia cristiana. Nei nuovi ranghi si comportò come valoroso soldato. Distribuendo tutto ai poveri si liberò prima di tutto del peso dei beni terreni e così, libero e sciolto e ricoperto della corazza della fede,si gettò come ardimentoso guerriero di Cristo nel bel mezzo della mischia.
   Con queste parole siamo edotti che non possono combattere fortemente e convenientemente coloro che temono ancora di spogliarsi dei beni della terra. Invece san Giorgio, acceso dal fuoco dello Spirito Santo e invincibilmente premunito del vessillo della croce, combatté contro il re dell’iniquità. Vinse il capo di tutti i malvagi nei suoi satelliti, ed infuse coraggio e valore nel cuore dei soldati di Cristo. Alla battaglia era presente, anche se invisibile, il generale supremo. È lui, del resto, che per il suo pia- no particolare permette di infierire alla banda degli empi. E se consegnò nelle mani dei carnefici il suo martire, tuttavia ne custodì, difese e protesse validamente l’anima che si appoggiava sulla rocca inespugnabile della fede.
   Carissimi fratelli, non ammiriamo soltanto questo combattente della milizia celeste, ma imitiamolo anche. Eleviamo il nostro spirito al premio della gloria celeste. Fissi ad esso nella contemplazione nulla potrà farci deviare, né il sorriso allettante del- le seduzioni, né il fremere minaccioso delle persecuzioni.
   Secondo il comando di Paolo purifichiamoci nel corpo e nello spirito. Un giorno così potremo entrare nel tempio della felicità, che ora contempliamo solo con lo sguardo della mente.
   Inoltre chiunque cerca di consacrare se stesso a Dio nella tenda di Cristo che è la Chiesa, dopo che è stato lavato al fonte battesimale, deve indossare le vesti della virtù, come sta scritto: «I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia» (Sal 131, 9).
   Colui che nasce uomo nuovo in Cristo nel batte- simo, non indossi più la divisa della mortalità, ma deponga l’uomo vecchio, si rivesta del nuovo e viva in esso, tenendo un nuovo stile di condotta pura e santa. Soltanto così, cioè se purificati dallo squallore dell’antico peccato e fulgenti nello splendore dellanuova esistenza, potremo celebrare degnamente il mistero pasquale ed imiteremo veramente l’esempio dei martiri.
 
RESPONSORIO
R.
Per il suo Dio san Giorgio ha lottato fino alla morte,
ha superato la prova:
*
la sua forza era Cristo, alleluia.

V.
Alla vita in questo mondo ha preferito il regno dei cieli:

R.
la sua forza era Cristo, alleluia.
ORAZIONE
   O Dio, che hai unito alla passione del Cristo tuo Figlio il glorioso martire san Giorgio, per sua intercessione fa’ risplendere su di noi la tua potenza e sostieni la nostra debolezza. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SAN GIORGIO, MARTIRE - MEMORIA FACOLTATIVA
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