COMUNICATO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
Il 9 aprile prossimo, terza domenica di Pasqua, l'Università Cattolica del Sacro Cuore richiama l'attenzione delle comunità cristiane sulla personalità e sull'opera del suo Fondatore: l'indimenticabile Padre Agostino Gemelli.
La proposta dell'Università Cattolica è ricca di suggestioni. Offre innanzi tutto l'occasione per conoscere e far conoscere «un uomo e un'idea», che appartengono alla realtà viva della Chiesa italiana e alla cultura del nostro paese.
Nato cento anni or sono, Padre Agostino Gemelli si è inserito nella storia di questo nostro secolo seguendo una vocazione sorprendente e impiegando in essa le sue non comuni doti di uomo, di scienziato, di sacerdote, di francescano.
La sua figura e la sua opera richiamano un cenacolo di altre personalità – Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – che si impegnarono a fondare e a far crescere l'Università Cattolica.
Richiamano, più ancora, uno dei momenti di esemplare partecipazione dei cristiani alla vita della Chiesa e ai suoi compiti di servizio nella realtà sociale del nostro paese. Attorno all'opera che Padre Gemelli andava sviluppando, intere comunità cristiane, gente semplice e povera, associazioni e movimenti del laicato si sono uniti con viva consapevolezza, con non comuni sacrifici, soprattutto con una preghiera incessante, nella volontà di rendere operante la fede e di aprire nuovi orizzonti alla cultura del nostro tempo.
E' giusto ricordare tutto questo; e può essere assai utile in particolare per i più giovani, perché sappiano impiegare le loro energie con nuova genialità, nel medesimo spirito di fede e nella medesima volontà di servizio.
Se ricordiamo il centenario della nascita di Padre Gemelli e la sua opera, infatti, è per trarre nuovo stimolo per una competente presenza dei cattolici nel settore della cultura, dell'università, della scuola, dei rapporti tra scienza e fede, dei programmi di formazione permanente.
Tale presenza è oggi più urgente di ieri ed è sollecitata particolarmente da quel mondo giovanile cui l'Università Cattolica deve saper dare sempre meglio il proprio qualificato contributo.
Siamo lieti che i responsabili dell'Università abbiano voluto ripresentarsi quest'anno per la tradizionale «giornata», con l'impegno di prolungare nel tempo e di estendere nel paese, secondo le mutate esigenze, le intuizioni originali del Fondatore.
Ma neppure oggi può essere sufficiente l'opera di pochi. Invitiamo perciò le comunità cristiane a promuovere un rinnovato impegno di partecipazione.
Innanzi tutto, con la comune preghiera, perché ad esse resta tuttora legata, come agli inizi, la storia dell'Università Cattolica.
Raccomandiamo poi l'informazione: raccontare ciò che è avvenuto, con documentazione obiettiva, aprire l'interesse per gli impegni che restano, può essere una saggia catechesi sulla vita della Chiesa e sulle responsabilità dei cristiani in questo nostro tempo.
Potrà così crescere, lo auspichiamo vivamente, quella solidarietà che è indispensabile per ogni autentica testimonianza ecclesiale.
Lunedì di Pasqua
27 marzo 1978