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mercoledì 24 Luglio 2024

Ufficio delle letture

SAN CHARBEL MAKHLÛF, SACERDOTE - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
SALMO 102    Inno alla misericordia di Dio

Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne
a visitarci dall’alto un sole che sorge
(cfr. Lc 1, 78).
I    (1-7)
Benedici il Signore, anima mia, *
   quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
   non dimenticare tanti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe, *
   guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
   ti corona di grazia e di misericordia;
egli sazia di beni i tuoi giorni *
   e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.
Il Signore agisce con giustizia *
   e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
   ai figli d'Israele le sue opere.
1 ant.
Benedici il Signore, anima mia,
          non dimenticare tanti suoi benefici.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
II    (8-16)
Buono e pietoso è il Signore, *
   lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
   e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
   non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra, *
   così è grande la sua misericordia
      su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente, *
   così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
   così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati, *
   ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
   come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste *
   e il suo posto non lo riconosce.
2 ant.
Come il padre ama i suoi figli,
          il Signore ha pietà di chi lo teme.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
III    (17-22)
La grazia del Signore è da sempre, *
   dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli, †
   per quanti custodiscono la sua alleanza *
   e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
   e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
   potenti esecutori dei suoi comandi, *
   pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
   suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
   in ogni luogo del suo dominio. *
   Benedici il Signore, anima mia.
3 ant.
Benedite il Signore,
          voi tutte opere sue.
V.
Fammi capire i tuoi insegnamenti:

R.
mediterò i tuoi prodigi, Signore.
PRIMA LETTURA

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo,
apostolo 
3, 7 – 4, 4
                                                                                                               
Il ministero del Nuovo Testamento
è un ministero di gloria
 
   Fratelli, se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero della condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero della giustizia. Anzi, sotto quest’aspetto, quello che era glorioso non lo è più a confronto della sovraeminente gloria della Nuova Alleanza. Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.
   Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. Ma le loro menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore.
   Perciò investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d’animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio.
   E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono, ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio.
 
RESPONSORIO                  2 Cor 3, 18; cfr. Fil 3, 3
R.
Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come uno
specchio la gloria del Signore,
*
veniamo trasformati,
di gloria in gloria, nella sua immagine

V.
Adoriamo Dio, mossi dal suo Spirito e ci gloriamo
in Cristo Gesù;

R.
veniamo trasformati, di gloria in gloria, nella sua
immagine.
SECONDA LETTURA
Dalle lettere di Sant’Ammonio, eremita
(Lett. 12: PO 10/6, 1973, 603-607)
Gli amici di Dio diventano medici delle anime
   Carissimi nel Signore, voi sapete che dopo la trasgressione del comando (cfr. Gen 3,1-7), l’anima non può conoscere Dio se non si tiene lontana dagli uomini e da tutte le occupazioni. Allora infatti essa vede quanto le si oppone il suo avversario. Avendo visto l’avversario che lotta con lei e dopo averlo vinto, allora Dio abita in lei, ed ella passa dalla tristezza alla gi ia e all’esultanza. Se invece è sconfitta nella lotta, vengono in lei tristezza e tedio, con molte altre afflizioni di generi diversi.
   Per questo i Padri nel deserto conducevano vita solitaria, ora come Elia il Tisbita, ora come Giovanni il Battista. Non pensiate che essi abbiano operato la giustizia tra gli uomini perché fossero giusti, ma prima siritirarono in un grande silenzio e per questo ricevettero le virtù divine, perché Dio abitava in loro. Solo allora Dio li mandò tra gli uomini, dopo cioè che avevano acquistato ogni virtù, per essere dispensatori di Dio e risanare le infermità di quelli. Erano infatti medici delle anime, volendo risanare le loro infermità. Quindi, per questo motivo, strappati dal silenzio, sono mandati agli uomini, ma solo allora sono mandati, quando ogni loro infermità è stata sanata. Non è pos- sibile infatti che un’anima sia inviata agli uomini per la loro edificazione mentre intrattiene ancora delle imperfezioni. Quelli che partono prima di aver raggiunto la perfezione, vanno di loro proprio arbitrio, non per volontà di Dio. Costoro, Dio li rimprovera dicendo: «Io non li ho mandati, ed essi correvano» (cfr. Ger 23,21). Perciò, se non riescono a custodire la propria anima, tanto meno potranno edificare quella degli altri.
   Quelli invece che sono mandati da Dio, non si al- lontanano volentieri dal silenzio. Sanno infatti che nel silenzio hanno acquistato la virtù divina. Ma per non essere disobbedienti al loro Creatore, partono per l’edificazione spirituale, imitando il loro stesso Signore, come il Padre ha mandato dal cielo il suo vero Figlio per risanare tutte le malattie e le infermità degli uomini. Sta scritto infatti: «Egli prese i nostri dolori e portò le nostre infermità» (Is 53,4). Per questo, tutti i santi che vanno tra gli uomini con l’intenzione di risanarli, imitano il Creatore, facendo sì che diventino degni dell’adozione a figli di Dio, e come è il Padre e il Figlio così siano anch’essi nei secoli dei secoli.
   Ecco, carissimi, vi ho spiegato il valore del silenzio, come esso sia in tutto risanatore e gradito a Dio. Perciò vi ho scritto perché vi mostriate forti in ciò che avete intrapreso e sappiate che tutti i santi hanno progredito grazie al silenzio: per esso la virtù divina abitò in loro e insegnò loro i misteri celesti, e grazie ad esso hanno annientato tutta ciò che in questo mondo è decrepito. E chi vi ha scritto queste cose, è per esso che è giunto a questo grado.
   Tuttavia in questo nostro tempo ci sono molti ana- coreti che non riescono a perseverare nel silenzio, perché non sono riusciti a vincere la loro propria volontà. E perciò stanno sempre in mezzo agli uomini, perché non vogliono disprezzare se stessi, fuggire la frequentazione del genere umano e avere il combattimento spirituale. Per questo, abbandonato il silenzio, si consolano stando con i loro vicini per tutto il tempo della vita. E perciò non hanno ricevuto la soavità divina, né abita in loro la virtù divina. Quando essa si presenta loro, li trova che si consolano con le cose di questo mondo, nelle passioni dell’anima e del corpo, e così essa non può scendere su di loro. Anche l’amore del denaro, la vana gloria degli uomini e tutte le malattie del- l’anima e le occupazioni non permettono alla virtù divina di scendere su di loro.
   Voi invece mostratevi forti in ciò che avete intrapreso. Coloro infatti che abbandonano il silenzio non possono vincere le loro passioni né possono lottare contro il loro avversario, essendo schiavi delle loro passioni. Voi invece vincete le vostre passioni, e la virtù divina sarà con voi.
 
RESPONSORIO                        Fil 3, 8. 10; Rm 6, 8
R.
Ho lasciato perdere tutto, per guadagnare Gesù
Cristo.
*
Per conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la comunione alle sue sofferenze.

V.
Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo
con lui.

R.
Per conoscere lui, la potenza della sua risurrezione,
la comunione alle sue sofferenze.
ORAZIONE
   O Dio, che hai chiamato il sacerdote san Charbel (Makhlûf) al singolare combattimento della vita eremitica e lo hai colmato di ogni dono di pietà, fa’ che, associati alla passione del Signore, possiamo aver parte con lui nel regno dei cieli. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SAN CHARBEL MAKHLÛF, SACERDOTE - MEMORIA FACOLTATIVA
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