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sabato 22 Giugno 2024

Ufficio delle letture

SAN PAOLINO DA NOLA, VESCOVO - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuti nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Ringraziamo Dio per la sua misericordia:
          ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
SALMO 106    Ringraziamento per la liberazione

Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d’lsraele
recando la buona novella della pace, per mezzo di
Gesù Cristo, che è il Signore di tutti
(At 10, 36).

I    (1-16)
Celebrate il Signore perché è buono, *
   perché eterna è la sua misericordia.
Lo dicano i riscattati del Signore, *
   che egli liberò dalla mano del nemico
e radunò da tutti i paesi, †
   dall’oriente e dall’occidente, *
   dal settentrione e dal mezzogiorno.
Vagavano nel deserto, nella steppa, *
   non trovavano il cammino
   per una città dove abitare.
Erano affamati e assetati, *
   veniva meno la loro vita.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Li condusse sulla via retta, *
   perché camminassero verso una città dove abitare.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo;
poiché saziò il desiderio dell’assetato, *
   e l’affamato ricolmò di beni.
Abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte, *
   prigionieri della miseria e dei ceppi,
perché si erano ribellati alla parola di Dio *
   e avevano disprezzato il disegno dell’Altissimo.
Egli piegò il loro cuore sotto le sventure; *
   cadevano e nessuno li aiutava.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte *
   e spezzò le loro catene.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo;
perché ha infranto le porte di bronzo *
   e ha spezzato le sbarre di ferro.
1 ant.
Ringraziamo Dio per la sua misericordia:
          ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
2 ant.
Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
          le meraviglie che hai fatto per noi.
II    (17-32)
Stolti per la loro iniqua condotta, *
   soffrivano per i loro misfatti;
rifiutavano ogni nutrimento *
   e già toccavano le soglie della morte.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Mandò la sua parola e li fece guarire, *
   li salvò dalla distruzione.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
Offrano a lui sacrifici di lode, *
   narrino con giubilo le sue opere.
Coloro che solcavano il mare sulle navi *
   e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore, *
   i suoi prodigi nel mare profondo.
Egli parlò e fece levare un vento burrascoso *
   che sollevò i suoi flutti.
Salivano fino al cielo, †
   scendevano negli abissi; *
   la loro anima languiva nell’affanno.
Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, *
   tutta la loro perizia era svanita.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Ridusse la tempesta alla calma, *
   tacquero i flutti del mare.
Si rallegrarono nel vedere la bonaccia *
   ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
Lo esaltino nell’assemblea del popolo, *
   lo lodino nel consesso degli anziani.
2 ant.
Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
          le meraviglie che hai fatto per noi.
3 ant.
I giusti vedano le opere di Dio,
          ne gioiscano e comprendano il suo amore.
III    (33-43)
Ridusse i fiumi a deserto, *
   a luoghi aridi le fonti d’acqua
e la terra fertile a palude *
   per la malizia dei suoi abitanti.
Ma poi cambiò il deserto in lago, *
   e la terra arida in sorgenti d’acqua.
Là fece dimorare gli affamati *
   ed essi fondarono una città dove abitare.
Seminarono campi e piantarono vigne, *
   e ne raccolsero frutti abbondanti.
Li benedisse e si moltiplicarono, *
   non lasciò diminuire il loro bestiame.
Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti, *
   perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
Colui che getta il disprezzo sui potenti, *
   li fece vagare in un deserto senza strade.
Ma risollevò il povero dalla miseria *
   e rese le famiglie numerose come greggi.
Vedono i giusti e ne gioiscono *
   e ogni iniquo chiude la sua bocca.
Chi è saggio osservi queste cose *
   e comprenderà la bontà del Signore.
3 ant.
I giusti vedano le opere di Dio,
          ne gioiscano e comprendano il suo amore.
V.
La tua fedeltà fino alle nubi, o Signore,

R.
il tuo giudizio come il grande abisso.
PRIMA LETTURA
Dal libro dei Giudici
16, 4-6. 16-31
Perfidia di Dalila e morte di Sansone
   In quei giorni Sansone si innamorò di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Dalila. Allora i capi dei Filistei andarono da lei e le dissero: «Seducilo e vedi da dove proviene la sua forza così grande e come potremmo prevalere su di lui per legarlo e domarlo; ti daremo ciascuno mille e cento sicli d’argento». Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami: da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti?».
   Poiché essa lo importunava ogni giorno con le sue parole e lo tormentava, egli ne fu annoiato fino alla morte e le aprì tutto il cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo di Dio dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza si ritirerebbe da me, diventerei debole e sarei come un uomo qualunque». Allora Dalila vide che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i capi dei Filistei e fece dir loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il cuore». Allora i capi dei Filistei vennero da lei e portarono con sé il denaro. Essa lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò un uomo adatto e gli fece radere le sette trecce del capo. Egli incominciò a infiacchirsi e la sua forza si ritirò da lui. Allora essa gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: «Io ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui. I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione.
   Intanto la capigliatura, che gli avevano rasata, cominciava a ricrescergli. Ora i capi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon loro dio e per far festa. Dicevano:
«Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico».
   Quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire:
«Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico,
che ci devastava il paese
e che ha ucciso tanti dei nostri».
   Nella gioia del loro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a fare giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne. Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la mano: «Lasciami pure; fammi solo toccare le colonne sulle quali posa la casa, così che possa appoggiarmi ad esse». Ora la casa era piena di uomini e di donne; vi erano tutti i capi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva giochi. Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!». Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all’una con la destra, all’altra con la sinistra. Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita. I suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; risalirono e lo seppellirono fra Zorea ed Estaol nel sepolcro di Manoach suo padre. Egli era stato giudice d’Israele per venti anni.
 
RESPONSORIO      Sal 42, 1; 30, 4; Gdc 16, 28
R.
Fammi giustizia, o Dio; difendi la mia causa
contro gente infedele.
*
Tu sei la mia fortezza
e il mio baluardo.

V.
Ricordati di me, Signore, rendimi forte.

R.
Tu sei la mia fortezza e il mio baluardo.
SECONDA LETTURA
Dalle «Lettere» di san Paolino da Nola, vescovo
(Lett. 3 ad Alipio, 1. 5. 6; CSEL 29, 13-14. 17-18)
Per mezzo dello Spirito Santo Dio
infonde il suo amore in tutti i suoi servi
   Questa è la vera carità, questo è l’amore perfetto che tu, signor mio, veramente buono, gentile ecarissimo, hai dimostrato di avere verso la nostra pochezza. Per mezzo del nostro Giuliano, che tornava da Cartagine, abbiamo ricevuto la tua lettera. Essa ci porta tanta luce della tua santità, da poter dire che noi, più che conoscere, riconosciamo la tua carità. Senza dubbio tale carità deriva da colui che dall’origine del mondo ci ha predestinati a sé. In lui eravamo ancor prima di nascere; perché è lui che ci ha creati e non noi da noi stessi (cfr. Sal 99, 3). È lui che ha fatto anche quelle cose che devono ancora compiersi nel futuro.
   Dalla sua prescienza e dalla sua opera siamo stati formati ad avere una sola volontà e identica fede, o meglio ad avere fede nell’Unità. Siamo stati cementati dalla carità, perché, mediante la rivelazione dello Spirito, ci conoscessimo a vicenda an- cor prima di vederci.
   Rallegriamoci quindi e consoliamoci nel Signore che, pur restando sempre uguale a se stesso, diffonde in ogni luogo il suo amore nei suoi fedeli, per opera dello Spirito Santo. Egli lo ha riversato abbondantemente su tutte le creature, allietando così con il suo impulso vivificante la città di Dio. Tra i cittadini di questa città egli ha voluto ben a ragione collocare te tanto in alto da farti sedere «tra i principi del suo popolo» (Sal 112, 8) sulla cattedra degli apostoli. Così nella tua stessa sorte ha voluto aggregare anche noi, sollevandoci da terra e rialzandoci dalla nostra povertà.
   Ma più ancora ci rallegriamo perché il Signore ci ha fatti entrare così intimamente nel tuo cuore, da farci godere di un tuo singolarissimo affetto. Ciò non può rimanere senza contraccambio adeguato e perciò ti assicuriamo di amarti sinceramente.
   Ed ora permettici che ti presentiamo un nostro desiderio. Sappi dunque che questo peccatore non è uscito fuori dalle tenebre e dall’ombra di morte, non ha respirato l’aura vitale e non ha posto mano all’aratro e preso sulle sue spalle la croce di Cristose non per condurre a termine la sua missione. E proprio per questo abbiamo bisogno delle tue pre- ghiere. Ai tuoi meriti aggiungi anche questo, di alleggerire, con le tue preghiere, i nostri pesi. Il santo che aiuta chi è nella fatica, non oso dire il fratello, sarà esaltato come una grande città.
   Abbiamo mandato alla tua santità un pane come simbolo della nostra unità, ma anche dell’unica totale Trinità. Dègnati di mangiarlo in modo che questo pane diventi un’eulogia, cioè un pane benedetto.
 
RESPONSORIO                Cfr. Sir 31, 8. 11. 10
R.
Beato il ricco, che si trova senza macchia e non
corre dietro all’oro:
*
si consolideranno i suoi beni
nel Signore.

V.
Poteva trasgredire, non ha trasgredito; compiere il
male, non lo ha fatto:

R.
si consolideranno i suoi beni nel Signore.
ORAZIONE
   O Dio, che nel vescovo Paolino hai dato alla tua Chiesa un luminoso esempio di dedizione pastorale e di amore ai poveri, concedi a noi, che lo veneriamo maestro e protettore, di imitare la sua testimonianza di carità. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SAN PAOLINO DA NOLA, VESCOVO - MEMORIA FACOLTATIVA
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