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sabato 18 Maggio 2024

Ufficio delle letture

SAN GIOVANNI I, PAPA E MARTIRE - MEMORIA FACOLTATIVA
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino e unico
nei secoli sia gloria. Amen.
Oppure:
Martyr Dei, qui
(
quæ
)
únicum
Patris sequéndo Fílium
victis triúmphas hóstibus,
victor
(
victrix
)
fruens cæléstibus,
Tui precátus múnere
nostrum reátum dílue,
arcens mali contágium,
vitæ repéllens tǽdium.
Solúta sunt iam víncula
tui sacráti córporis;
nos solve vinclis sǽculi
amóre Fílii Dei.
Honor Patri cum Fílio
et Spíritu Paráclito,
qui te coróna pérpeti
cingunt in aula glóriæ. Amen.
1 ant.
Ringraziamo Dio per la sua misericordia:
          ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo,
          alleluia.
SALMO 106    Ringraziamento per la liberazione

Questa è la parola che Dio ha inviato ai figli d’lsraele
recando la buona novella della pace, per mezzo di
Gesù Cristo, che è il Signore di tutti
(At 10, 36).

I    (1-16)
Celebrate il Signore perché è buono, *
   perché eterna è la sua misericordia.
Lo dicano i riscattati del Signore, *
   che egli liberò dalla mano del nemico
e radunò da tutti i paesi, †
   dall’oriente e dall’occidente, *
   dal settentrione e dal mezzogiorno.
Vagavano nel deserto, nella steppa, *
   non trovavano il cammino
   per una città dove abitare.
Erano affamati e assetati, *
   veniva meno la loro vita.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Li condusse sulla via retta, *
   perché camminassero verso una città dove abitare.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo;
poiché saziò il desiderio dell’assetato, *
   e l’affamato ricolmò di beni.
Abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte, *
   prigionieri della miseria e dei ceppi,
perché si erano ribellati alla parola di Dio *
   e avevano disprezzato il disegno dell’Altissimo.
Egli piegò il loro cuore sotto le sventure; *
   cadevano e nessuno li aiutava.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte *
   e spezzò le loro catene.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo;
perché ha infranto le porte di bronzo *
   e ha spezzato le sbarre di ferro.
1 ant.
Ringraziamo Dio per la sua misericordia:
          ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo,
          alleluia.
2 ant.
Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
          le meraviglie che hai fatto per noi,
          alleluia.
II    (17-32)
Stolti per la loro iniqua condotta, *
   soffrivano per i loro misfatti;
rifiutavano ogni nutrimento *
   e già toccavano le soglie della morte.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Mandò la sua parola e li fece guarire, *
   li salvò dalla distruzione.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
Offrano a lui sacrifici di lode, *
   narrino con giubilo le sue opere.
Coloro che solcavano il mare sulle navi *
   e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore, *
   i suoi prodigi nel mare profondo.
Egli parlò e fece levare un vento burrascoso *
   che sollevò i suoi flutti.
Salivano fino al cielo, †
   scendevano negli abissi; *
   la loro anima languiva nell’affanno.
Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi, *
   tutta la loro perizia era svanita.
Nell’angoscia gridarono al Signore *
   ed egli li liberò dalle loro angustie.
Ridusse la tempesta alla calma, *
   tacquero i flutti del mare.
Si rallegrarono nel vedere la bonaccia *
   ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino Dio per la sua misericordia: *
   ha fatto prodigi a salvezza dell’uomo.
Lo esaltino nell’assemblea del popolo, *
   lo lodino nel consesso degli anziani.
2 ant.
Abbiamo veduto, o Dio, le tue opere,
          le meraviglie che hai fatto per noi,
          alleluia.
3 ant.
I giusti vedano le opere di Dio,
          ne gioiscano e comprendano il suo amore,
          alleluia.
III    (33-43)
Ridusse i fiumi a deserto, *
   a luoghi aridi le fonti d’acqua
e la terra fertile a palude *
   per la malizia dei suoi abitanti.
Ma poi cambiò il deserto in lago, *
   e la terra arida in sorgenti d’acqua.
Là fece dimorare gli affamati *
   ed essi fondarono una città dove abitare.
Seminarono campi e piantarono vigne, *
   e ne raccolsero frutti abbondanti.
Li benedisse e si moltiplicarono, *
   non lasciò diminuire il loro bestiame.
Ma poi, ridotti a pochi, furono abbattuti, *
   perché oppressi dalle sventure e dal dolore.
Colui che getta il disprezzo sui potenti, *
   li fece vagare in un deserto senza strade.
Ma risollevò il povero dalla miseria *
   e rese le famiglie numerose come greggi.
Vedono i giusti e ne gioiscono *
   e ogni iniquo chiude la sua bocca.
Chi è saggio osservi queste cose *
   e comprenderà la bontà del Signore.
3 ant.
I giusti vedano le opere di Dio,
          ne gioiscano e comprendano il suo amore,
          alleluia.
V.
Dio ci ha fatti rinascere a una speranza viva, alleluia,
​R.
in Cristo risorto dai morti, alleluia.
PRIMA LETTURA

Terza lettera di san Giovanni, apostolo

Camminiamo nella verità
 
   Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità. Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima. Molto infatti mi sono rallegrato quando sono giunti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza che tu sei verace in quanto tu cammini nella verità. Non ho gioia più grande di questa, sapere che i miei figli camminano nella verità.
   Carissimo, tu ti comporti fedelmente in tutto ciò che fai in favore dei fratelli, benché forestieri. Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio, perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani. Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.
   Ho scritto qualche parola alla Chiesa, ma Diotrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa.
   Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha veduto Dio.
   Quanto a Demetrio, tutti gli rendono testimonianza, anche la stessa verità; anche noi ne diamo testimonianza e tu sai che la nostra testimonianza è veritiera.
   Molte cose avrei da scriverti, ma non voglio farlo con inchiostro e penna. Spero però di vederti presto e parleremo a viva voce.
   La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno.
 
RESPONSORIO                   Cfr. 3 Gv 11; 1 Pt 2, 19
R.
Non imitare il male, ma il bene.
*
Chi fa il bene è
da Dio, alleluia.

V.
È una grazia patire da innocenti anziché da
colpevoli.

R.
Chi fa il bene è da Dio, alleluia.
SECONDA LETTURA
Dalle «Lettere» di san Giovanni d’Avila, sacerdote
(Lettere ai familiari, 58; Opera omnia, ed. B.A.C. 1, 533-534)
La vita di Gesù si manifesti in noi
   «Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1, 3-5).
   Queste sono parole dell’apostolo san Paolo. Egli tre volte è stato battuto con verghe, cinque con una sferza, una volta fu lapidato, un’altra abbandonato come morto; soffrì persecuzioni da uomini di ogni specie, fu torturato con ogni sorta di sofferenze e fatiche, non una o due volte, ma, come egli stesso dice altrove: «Noi veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale» (2 Cor 4, 11).
   E in tutte queste molestie non solo non mormora e non si lamenta di Dio, come fanno i deboli; non solo non si contrista come coloro che amano la gloria e i piaceri, né domanda a Dio di esserne liberato, come fanno gli insipienti che rifuggono dalle sofferenze, né le stima di poco conto, come coloro che non ne apprezzano il valore, ma, messa da parte ogni ignoranza e debolezza, benedice Dio proprio quand’è in mezzo alle pene, lo ringrazia come di un dono grande e si stima felice quando può patire qualcosa per l’onore di colui che soffrì tante e incredibili ignominie per liberare noi che, per il peccato, eravamo in esse implicati, e ci ornò ed abbellì del suo Spirito e dell’adozione dei figli di Dio. In se stesso e per se stesso ci diede un pegno e un segno della gioia celeste.
   O miei carissimi fratelli, il Signore apra i vostri occhi perché possiate vedere quanta ricchezza ci dona in quelle cose che il mondo disprezza! Di quanto onore siamo ricolmi nel disonore, quando cerchiamo la gloria di Dio! Quanta gloria ci è riservata nella presente afflizione! Quanto dolci, amorose e liete sono le braccia del buon Dio, aperte per accogliere i feriti nelle sue battaglie. Quelle braccia che senza dubbio ci stringono in un abbraccio più dolce del miele, tale da compensare tutte le amarezze che possono dare le pene di questo mondo. Se gusteremo di queste cose, desidereremo ardentemente un tale abbraccio. Chi infatti non desidera questa totalità di amore e di desiderio, se non colui che è ignaro di ogni desiderio?
   Se dunque vi attirano quelle cose grandiose e le volete vedere e godere, sappiate che non c’è via migliore che il soffrire.
    Questa è la strada percorsa da Cristo e dai suoi. Egli la chiama «stretta», ma conduce alla vita. Ed egli insegna che, se vogliamo giungere a lui, dobbiamo seguire la sua stessa via.
   Non è infatti conveniente che, mentre il Figlio di Dio procede per la via dell’infamia, i figli degli uomini cerchino la via degli onori, perché «un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone» (Mt 10, 24).
   Voglia Dio che l’anima nostra non trovi pace né cerchi altro alimento in questo mondo se non nelle fatiche per la croce di Cristo.
 
RESPONSORIO                        2 Cor 4, 11. 16
R.
Sempre, noi che siamo vivi, veniamo esposti
alla morte a causa di Gesù,
*
perché anche la vita
di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale, alleluia.

V.
Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo,
quello interiore si rinnova di giorno in giorno,

R.
perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra
carne mortale, alleluia.
ORAZIONE
   O Dio, eterna ricompensa dei tuoi santi, concedi anche a noi l’invitta costanza nella fede del papa san Giovanni I, che confermò il suo servizio apostolico con la testimonianza del martirio. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

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