Non un catalogo, un menu o un elenco di titoli, ma un viaggio, una prospettiva: così mercoledì 22 ottobre è stata presentata a Milano (presso il Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese 95) la nuova stagione di TV2000. A tracciare la rotta editoriale lo stesso Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, insieme con l’intero gruppo dirigente – direttore di rete e vice (rispettivamente, Paolo Ruffini e Alessandro Sortino), direttore Generale (Lorenzo Serra) e direttore delle testate giornalistiche (Lucio Brunelli) – e con Mons. Domenico Pompili, Sottosegretario e direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali.
A Milano si è registrata una partenza convinta (“Una tv in uscita, che lascia la riva sicura per andare incontro agli altri; che gira le telecamere per guardare il mondo con gli occhi del Vangelo”) e insieme umile: “Siamo solo all’inizio di un percorso, oggi presentiamo un cantiere, dove i lavori in corso sveleranno un po’ alla volta le novità del palinsesto”. L’obiettivo? “Provare a raccontare il mondo. Tutto il mondo. Non solo quello a noi più vicino. A capirlo, a comprenderlo, a vedere Gesù nel mondo, e a offrire così una prospettiva di cambiamento: vedere cose che altri non vedono, raccontare cose che altri non raccontano, capire i segni dei tempi, mettere in rete quello che altri scartano, vincere l’indifferenza interpellando, interrogando”.
La televisione della Conferenza Episcopale Italiana – è stato evidenziato – non intende risolversi in “una nicchia comoda ma residuale, né un orto chiuso per i credenti, o ancora di più per i praticanti, ma farsi luogo attivo dove l’annuncio avviene proprio attraverso il dialogo, il confronto, la capacità di visione e di condivisione”; una televisione che vuol essere “un punto di riferimento non consolatorio: sale, lievito, segno di contraddizione, agente di trasformazione; centrale pur essendo in un certo senso periferica, anzi, centrale forse proprio perché periferica; capace di destare curiosità, interesse; quindi di essere a sua volta curiosa, di recuperare capacità di ascolto”.
Ancora: “Un luogo di tutti e per tutti dunque. Interessante anche per chi non crede. Persino per chi ha sempre rifiutato di credere”.
Il viaggio affronta ora il mare aperto.