Catechesi , Liturgia

Prolusione del Card. Camillo Ruini al Consiglio Permanente – sessione 11/14 marzo 2002

Prolusione del Card. Camillo Ruini al Consiglio Permanente - sessione 11/14 marzo 2002

il Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa cattolica.

Venerati e cari Confratelli,
questo nostro incontro segue a breve distanza quello della seconda metà di gennaio e ci consentirà di sviluppare e completare alcune riflessioni allora iniziate. Nel pieno dell´itinerario quaresimale e mentre si avvicina la luce della Pasqua, chiediamo al Signore di farci gustare la gioia della comunione e di mettere al servizio della causa del Vangelo ogni nostro pensiero e deliberazione.

1. Inviamo il più affettuoso saluto al Santo Padre, ormai ristabilito dalla piccola ma dolorosa infermità al ginocchio, chiedendo per lui forza, salute e grazia nell´adempimento della sua grande missione. Rimane vivissima in noi la memoria della giornata di preghiera per la pace nel mondo, celebrata il 24 gennaio ad Assisi con i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle diverse religioni e accompagnata dalla commossa partecipazione di tantissimi credenti e persone di buona volontà. E´ difficile sopravalutare il significato di questo evento, che può sintetizzarsi nelle parole pronunciate in quel pomeriggio dal Papa: “In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace, Perdono e Vita, Amore!”. Un pur rapidissimo approccio di ordine storico può forse contribuire a metterlo ancor meglio in luce. Non si può negare infatti che in non poche occasioni, del passato remoto o meno remoto ma anche del presente, le religioni siano state purtroppo variamente connesse a conflitti, a volte devastanti e terribilmente sanguinosi. Gli assetti istituzionali e le prospettive culturali che caratterizzano ormai da molto tempo l´Europa occidentale, e che si è soliti riassumere nella categoria di “secolarizzazione”, si collegano a loro volta alle “guerre di religione” dei secoli XVI e XVII, susseguite alla divisione religiosa di questa parte dell´Europa: da allora si è fatta strada la convinzione che per assicurare una convivenza pacifica e ben ordinata tra le nazioni e all´interno di ciascuna di esse sia necessario non soltanto distinguere nettamente la sfera politica da quella religiosa, in conformità alla parola del Vangelo (cfr Mc 12,17 e parall.), ma anche ridurre il più possibile la rilevanza e il significato della religione per tutta la vita sociale e civile, confinandola nell´ambito della coscienza personale. Proclamare davanti al mondo, e soprattutto realizzare nel concreto della storia, quella dinamica di amore e di fraternità, e quindi di pace e di riconciliazione, che scaturisce dall´autentica fede in Dio può essere dunque una via particolarmente efficace per far crescere una nuova e largamente condivisa comprensione del contributo che le religioni possono offrire anche sul piano pubblico, sociale e internazionale. Specialmente in un mondo sempre più “comunicante” e interdipendente, profondamente conflittuale ma al contempo per così dire costretto all´unità dagli sviluppi pervasivi delle tecnologie e quindi dell´economia, l´essere portatrici di pace porrebbe le religioni all´avanguardia della storia, come indispensabili guide morali e come matrici di rinnovamento culturale, civile ed anche istituzionale. E´ chiaro d´altronde che tutto ciò può avvenire non sulla base di una artificiale omologazione che snaturi e svilisca le religioni concretamente esistenti, mettendo tra parentesi le loro differenze e la rivendicazione di verità di ciascuna di esse, ma al contrario rispettando e accogliendo – come è avvenuto ad Assisi – queste differenze e componendole nel quadro di una autentica libertà religiosa. E´ facile, inoltre, comprendere quanto il compito di essere promotrice di fraternità e di pace, senza frontiere, corrisponda all´indole propria e all´evento fondante e generatore della fede cristiana: Gesù Cristo e il suo Vangelo. Non è quindi per una circostanza casuale, e nemmeno soltanto per la forza della testimonianza personale di Giovanni Paolo II, che la giornata di preghiera per la pace si è svolta ad Assisi, uno dei luoghi-simbolo del genuino spirito cristiano, ed ha avuto per protagonista

11 Marzo 2002

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Come prendersi cura di qualcuno è un tema che da sempre affascina l’umanità. Abbiamo iniziato dalla semplicità di piccoli gesti di aiuto per poi definire nel tempo forme di cura organizzata sempre più evolute. La sapienza del cristianesimo e il senso di una solidarietà diffuse hanno generato l’ospedale insieme ad altre strutture specializzate. Nel tempo, tutti i paesi nel mondo si sono dotati di un sistema più o meno ampio di assistenza.In Italia, la cura delle persone affette da problemi di salute ha un carattere universalistico. Chiunque risieda, anche temporaneamente, sul nostro territorio ha diritto ad essere curato. Oggi, questo sistema presenta punti di crescente criticità. Cosa pensare? Che fare? Quali correttivi applicare? Quale contributo può dare la comunità cristiana?Sono alcune delle domande che questo convegno nazionale vuole affrontare.Per le modalità di iscrizione e il Programma provvisorio in continuo aggiornamento visita il Sito web del Convegno nazionale di Pastorale della salute CEINote organizzative
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