ci incontriamo all’inizio di un nuovo anno, che immaginiamo cruciale, riconoscendolo fin d’ora quale tempo di Dio, tempo speciale in cui Egli ci parla e ci conferma la sua volontà di salvezza verso tutti gli uomini. Il Vescovo, infatti, «dev’essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini. Deve, per così dire, pensare e agire insieme con Dio. […] L’inquietudine dell’uomo verso Dio e, a partire da essa, l’inquietudine di Dio verso l’uomo devono non dar pace al Vescovo» (Benedetto XVI, Omelia per la Solennità dell’Epifania, 6 gennaio 2013). «Presi dentro» da questa inquietudine, siamo già in speciale pellegrinaggio ad limina apostolorum, toccando infatti all’episcopato italiano compiere il gesto canonicamente prescritto, e compierlo – per un dono della Provvidenza di Dio – proprio nell’Anno della Fede. Sappiamo che si tratta di un incontro di carattere unico, di un distinto evento di Chiesa, che tocca in modo singolare ciascuno di noi, perché non abbiamo a trovarci a nostra volta nel rischio di «correre o aver corso invano» (Gal 2,2). Fin d’ora, ringraziamo Benedetto XVI per l’accoglienza che ci accorda, e lo ringraziamo in particolare – come Vescovi d’Italia – per aver voluto di recente dichiarare venerabile il Papa Paolo VI: il riconoscimento delle sue virtù eroiche esemplifica in modo eminente che l’autorità episcopale o si sostanzia della testimonianza evangelica o difficilmente parla al mondo d’oggi . …
S. Em. Card. Angelo Bagnasco