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Omelia di S.Em.za Card. Angelo Bagnasco in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales – 24 gennaio 2010

Omelia di S.Em.za Card. Angelo Bagnasco in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales - 24 gennaio 2010
Sono lieto e grato per questo invito a celebrare la Santa Eucaristia nella Sede della RAI nella festa di San Francesco di Sales. Saluto il Sig. Presidente che ringrazio anche per le gentili parole che mi ha indirizzato, i Direttori e il Personale: a tutti esprimo la mia stima cordiale. Prego con voi e desidero pregare per voi: per le vostre famiglie, le persone a voi care, per le responsabilità che avete. Il Signore conceda a tutti il bene che desiderate, la serenità interiore e la sua benedizione. Porto il saluto dei Vescovi italiani che ho l’onore di rappresentare, e che seguono la vostra attività con attenzione e interesse.
 
Siamo rimasti colpiti dalla suggestiva immagine che San Paolo usa per parlare della Chiesa come il Corpo di Cristo. La Chiesa, infatti, non è un dato sociologico, ma un “mistero”, e il termine non indica – come potrebbe essere inteso – qualcosa di oscuro e incomprensibile, ma esprime una realtà che potremmo dire “intrecciata”, perché s’incontrano e camminano insieme Dio e l’uomo, Gesù Cristo e l’umanità. S’ intrecciano non in modo occasionale ed estrinseco ma per la grazia di Cristo, secondo una modalità profonda che l’Apostolo paragona all’immagine del corpo, dove il capo e le membra sono unite in un’armonia ordinata e profonda. Ecco perché non si può leggere la Chiesa come una semplice struttura umana: essa risponde anzitutto ad altri parametri, ben più profondi, che sono quelli della fede. Fuori da questo sguardo, si coglie solo qualche aspetto esterno della Chiesa, ma sfugge il cuore che ci permette di interpretare anche le membra. Essa continua nella storia la sua missione di Gesù, missione che il Vangelo di oggi ci ha ricordato nei suoi esordi: inizia con l’Incarnazione del Verbo di Dio, si manifesta nella sua vita terrena, si corona sulla croce che, nella luce della risurrezione, si rivela essere trono e gloria. Nella pagina di Luca vediamo che Gesù annuncia che le parole di Isaia si compiono in lui: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo (…) mi ha mandato ad annunziare ai poveri il lieto messaggio”. Davanti a Dio poveri siamo tutti, poveri e peccatori ma amati da Dio! E questo amore si è manifestato in Cristo, l’Agnello che riscatta i peccati del mondo e ci restituisce al Padre, alla nostra vera dignità. Allora tutto cambia e un’umanità nuova nasce, la notte cede il passo alla luce. Non è forse questo il lieto messaggio che rallegra il cuore e dona la gioia? Nessuno è più solo perché ovunque, in qualunque circostanza, può incontrare Dio. Le croci restano nella storia personale e umana, le ombre continuano ad esserci – ben lo sappiamo –, ma la notte non è l’ultima parola su questo straordinario e drammatico mondo. L’ultima parola è la luce.

S. Em. Card. Angelo Bagnasco

24 Gennaio 2010

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