Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore
1. Ogni anno la Liturgia fa memoria della Presentazione di Gesù al tempio e la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Vita consacrata. E’ come se dovessimo guardare la consacrazione attraverso il mistero del piccolo Gesù nella solennità del tempio di Gerusalemme.
Ciò che colpisce è l’immagine del vecchio Simeone che stringe tra le braccia Gesù: è l’incontro dell’antico e del nuovo Testamento, il tramonto e l’alba si guardano negli occhi. Vi è dunque una novità che emerge dalla scena evangelica: novità che dà compimento ad un’attesa, ad una nostalgia che si era fatta da secoli invocazione e preghiera.
La vita consacrata racchiude dunque un tratto di perenne freschezza, freschezza che non è secondo il mondo, ma secondo Dio; è annuncio di una realtà nuova che è già qui ma deve ancor sempre giungere, che sarà compiuta solamente alla fine dei tempi e per opera del Signore glorioso. Dimenticare questa vocazione di novità escatologica significherebbe adeguarsi al tempo, ma non servirebbe l’uomo che ha bisogno di pane, ma innanzitutto di Cristo, della sua speranza. La Chiesa – come ricorda il Concilio Vaticano II – sa di essere arricchita dalla vita consacrata che lo Spirito suscita nei secoli attraverso una corona inesauribile di doni e carismi. Si manifesta così la multiforme sapienza di Dio e la Chiesa è adornata come una sposa per il suo Sposo (cfr
Perfectae caritatis, n. 1).
…
S. Em. Card. Angelo Bagnasco