Essere qui a celebrare con voi il sesto anniversario della morte di mons. Cataldo Naro suscita in me molteplici risonanze che il passare del tempo intensifica e approfondisce, restituendo una persona che mi appare sempre di più in tutta la sua ricchezza di amico, di sacerdote, di collega e di preside, di studioso e di vescovo. Raccogliendo anche solo qualcuna di tali risonanze non potrei aggiungere nulla a ciò che è patrimonio del vostro sentire più profondo e della rete dei vostri legami, in cui don Aldo si colloca come una presenza viva, alimentata dalla fede e radicata in un intreccio di esperienze indelebili, nutrite di affetto, di amicizia, di gratitudine, di stima incondizionata, di condivisione ideale e culturale, di collaborazione pastorale, di passione intellettuale, spirituale ed ecclesiale.
Nella cornice di questa celebrazione e nel suo contenuto liturgico mi pare di raccogliere l’eco di un unico messaggio, che giunge per due distinte ma comunicanti vie. È come se oggi Dio ci parlasse non solo attraverso le letture bibliche e la liturgia, ma anche attraverso la figura di mons. Naro, in un accostamento di reciproca illuminazione.
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S.E. Mons. Mariano Crociata