Il titolo di Nostra Signora delle nazioni per una parrocchia e l’iniziativa di una settimana europea danno di per sé luogo a molteplici stimolanti riflessioni, che comunque invitano a scongiurare tentazioni che possono essere facilmente intraviste nell’accostamento tra il locale e il globale (per esempio quelle dell’approssimazione e del velleitarismo). Esse presentano anche potenzialità insospettate se solo consideriamo la natura stessa della Chiesa cattolica, nella quale, in questo caso, l’accostamento tra il locale e il globale si compie.
La Chiesa è nella sua interezza presente in ogni assemblea eucaristica che celebra nella comunione con il ministero del vescovo e pienamente, nel segno oltre che nella realtà, sotto la sua personale presidenza. La totalità della presenza della Chiesa cattolica nella comunità eucaristica radunata con e in comunione con il vescovo suppone, però, per essere vera, la comunione di tutte le Chiese e di tutti i vescovi tra di loro con e sotto il successore di Pietro. In questa maniera l’universalità della Chiesa non rimane un dato astratto o puramente sociologico e quantitativo, ma abbraccia una rete di relazioni organiche tra membra vive del corpo di Cristo che si rendono ordinariamente riconoscibili in comunità concrete di persone in comunione con il vescovo; e d’altra parte queste comunità non possono mai ridursi a entità localistiche chiuse, poiché è nella loro natura l’apertura universale, il senso della comunione che si allarga alla totalità dei credenti, il pregare e il prendersi cura in qualche modo di essa.
…
S.E. Mons. Mariano Crociata