“Lo spunto che ricavo dal Vangelo prende le mosse da Giovanni Battista. Guardando a lui mi è venuto di pensare a voi, cari sportivi. Il Battista infatti era quello che si può definire un asceta, un uomo che sottoponeva ad un grande rigore e ad una rigorosa disciplina il suo corpo. Anche voi, in un certo senso, siete degli asceti, non per motivi religiosi, ma raggiungere quelle abilità fisiche che vi permettono di raggiungere risultati strabilianti nelle più diverse discipline sportive (e non è sbagliato chiamarle discipline, per il lungo lavoro di preparazione severa che richiedono). Ebbene c’è una cosa che credo poter osservare, sia pure da profano”.
Così S.E. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI, nel corso dell’omelia pronunciata in occasione della celebrazione eucaristica per il Natale degli Sportivi che si è svolto mercoledì 16 dicembre alle 17.30 nella Chiesa di S. Maria in Vallicella – Chiesa Nuova, a Roma.
Oltre agli atleti Olimpici e alle autorità istituzionali e sportive, sono stati presenti anche gli assistenti ecclesiastici delle associazioni sportive di ispirazione cristiana e il Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI, Don Mario Lusek. “Un risultato brillante, un traguardo, un primato non è il risultato meccanico di una serie illimitata di esercizi fisici – ha aggiunto -. Ci vuole intelligenza; ci vuole passione. Ma ci vogliono anche circostanze e condizioni favorevoli, sul piano personale, sociale e ambientale, e dal punto di vista psicologico, emotivo, esistenziale. E forse tante altre cose ancora. Voglio dire che una vittoria, un risultato, non è un prodotto automatico, ci vuole qualcosa di più; ci vuole un qualcosa che alla fine non dipende da noi, da tutte le prove fatte e gli esercizi ripetuti. Mi azzardo a usare una parola che forse vi sorprenderà: ci vuole un momento di grazia. C’è qualcosa di imprevedibile, di imponderabile, di gratuito anche in una conquista sportiva, in una vittoria, in un primato; un risultato è qualcosa di lungamente preparato ma anche qualcosa di atteso, sperato; e quando arriva, è come ricevere un dono, un regalo straordinario, che chiede di essere accolto con sorpresa e gratitudine”.
S.E. Mons. Mariano Crociata