Considero questo appuntamento estremamente prezioso per voi che coadiuvate i Vescovi delle nostre diocesi d’Italia nel vasto e complicato ambito dell’amministrazione dei beni. La vostra significativa partecipazione esprime già da sola la consapevolezza della vostra responsabilità e, in forza di essa, dell’esigenza di un aggiornamento crescente e di una formazione permanente in proporzione alla complessità delle materie che siete chiamati a trattare. Mi piace richiamare la vostra attenzione su un aspetto non so quanto ordinariamente considerato, ovvero sul fatto che il vostro ambito di impegno ecclesiale è, molto più di altri, una specie di cartina al tornasole della qualità pastorale e, non vi sembri strano, del livello spirituale della vita di una Chiesa particolare. La correttezza amministrativa, di certo oltre la semplice legalità, la capacità di efficienza gestionale, l’impegno a tenere sempre presenti i poveri: tutto questo è come uno specchio su cui si riflette il cammino pastorale di una comunità, il quale non si misura solo dalla pratica religiosa. La nostra è una religione dell’incarnazione, nella quale la carne, la dimensione concreta e materiale è destinata ad essere trasparenza della luce di fede che anima e conduce tutta la comunità e ciascuno dei suoi membri. Del resto risulta non poco appropriata la parola di Gesù che dice: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti» (Lc 16,10).
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S.E. Mons. Mariano Crociata