L’anno scolastico 2003-2004 è ormai iniziato da alcuni mesi e ci propone un tempo di grandi prospettive, ma anche di grandi timori. Abbiamo bisogno di trovare nuove ragioni di vita, alle quali la scuola può dare un contributo singolare. Le attese e le speranze degli uomini e delle donne, di ieri e di oggi, sono invito pressante perché Gesù e il suo messaggio di salvezza siano annunciati all’umanità intera. Il Signore Gesù ha inaugurato il tempo dell’accoglienza e della pace per tutti: persone e famiglie, popoli e nazioni. Il Crocifisso pone in evidenza proprio questa prospettiva: per i credenti esso è il segno più grande ed eloquente dell’amore che Dio Padre ha manifestato nel suo Figlio fatto uomo; per i credenti di altri religioni e per i non credenti esso è una espressione viva e alta del dono di sé e del perdono.
L’insegnamento della religione cattolica nella scuola ha lo scopo di favorire la conoscenza e il confronto con il cristianesimo. Intende aiutare i cristiani, i cattolici in particolare, ad approfondire la loro appartenenza religiosa; nello stesso tempo si rivolge a quanti cristiani non sono, o perché seguono altre religioni o perché si professano non credenti, a confrontarsi lealmente con la religione che ha contribuito in maniera significativa a dare all’Italia un volto e un’identità.I cambiamenti in atto nel nostro Paese, dei quali la scuola si fa interprete per un dialogo propositivo, capace di integrare persone e culture, passato e presente, non ridimensionano la validità di tale insegnamento, ma richiedono piuttosto che esso venga svolto in maniera ancora più partecipata e coinvolgente. Nessun alunno e nessuna famiglia dovrebbero privarsene a cuor leggero. Il confronto con la religione cattolica è infatti occasione per una verifica critica e costruttiva su valori universali, la cui condivisione è decisiva per dare un volto nuovo alla società italiana.
La competenza degli insegnanti di religione, avvalorata dalla recente legge concernente il loro stato giuridico, l’adesione di massa a tale insegnamento (scelto da oltre il 92% di coloro che possono avvalersene), l’esigenza di capire meglio il nostro tempo per molti versi dispersivo e frammentato, gli interrogativi che stanno alla base di ogni religione sono tutti elementi che favoriscono un accostamento puntuale e completo alla religione cattolica, in collaborazione costruttiva con le altre discipline e saperi, specialmente con l’educazione alla convivenza civile, in vista di una effettiva crescita degli alunni.
Queste considerazioni raccomandano da sé una scelta ancora più ampia di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Si tratta di un gesto di consapevolezza che coinvolge i ragazzi e le famiglie, i docenti e i dirigenti e che deve trovare attenta e interessata la comunità ecclesiale. Esprimiamo la più sentita gratitudine a quanti ai vari livelli sostengono tale insegnamento: a tutti gli operatori della scuola e a quanti sovrintendono alla sua attività, agli uffici scolastici regionali e diocesani, alle associazioni di categoria, ai sindacati, agli autori dei libri di testo, ecc. Soprattutto siamo grati agli insegnanti di religione che, con passione educativa, accompagnano alunni e famiglie negli itinerari di formazione umana, aperta a una consapevole e libera scelta di fede, dono da accogliere, custodire e far fruttificare.
Nel ricordare che il 23 ottobre 2003 è stata sottoscritta l’Intesa che ha formulato i nuovi Obiettivi specifici di apprendimento per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, vogliamo sottolineare che tale evento evidenzia ancora di più come l’insegnamento della religione cattolica sia parte viva della scuola e della sua proposta educativa e intendiamo riaffermare altresì l’impegno della comunità ecclesiale a essere presente nella scuola per servire la vocazione trascendente della persona e il suo anelito di libertà, di giustizia, di pace.
Roma, 6 dicembre 2003