Creato a immagine e somiglianza di Dio, l’uomo è posto nel mondo come soggetto libero e responsabile (cfr Gn 2,15). In questo orizzonte, si colloca la comprensione dell’uomo in se stesso e nelle sue dinamiche relazioni con Dio e con il mondo. E questa assunzione creatrice a dare senso alla vicenda umana secondo una progettualità dinamica: i suoi contenuti sono consegnati alla ricerca dell’uomo stesso, che li scopre nel confronto tra l’ideale creativo divino e le concrete condizioni storiche del suo agire. Si colloca qui il compito scientifico e il ruolo formativo dell’Università.
Il progresso delle scienze, mentre individua in maniera sempre più approfondita le leggi che regolano l’universo e si arricchisce di mirabili scoperte, si trova pericolosamente esposto – nella sua rivendicazione di autonomia – a un’insignificanza che estenua ogni creatività e precipita nel nichilismo: quanto più l’universo ci risulta comprensibile, tanto più ci appare senza scopo. Ciò conduce alla drammatica tentazione di abbandonare il campo. Come osserva il Papa Benedetto XVI nell’Enciclica Caritas in veritate, “l’idea di un mondo senza sviluppo esprime sfiducia nell’uomo e in Dio. E, quindi, un grave errore disprezzare le capacità umane di controllare le distorsioni dello sviluppo o addirittura ignorare che l’uomo è costitutivamente proteso verso l’«essere di più»” (n. 14).
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PRESIDENZA DELLA CEI