Annualmente la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione delle iscrizioni per l´anno scolastico, indirizza un messaggio agli alunni e alle loro famiglie sull´insegnamento della religione cattolica.
Con tale messaggio la Presidenza intende richiamare la responsabilità di tutta la comunità, docenti, genitori ed alunni, nei confronti della scuola, anche per quanto concerne la scelta di avvalersi o non avvalersi dell´insegnamento della religione cattolica.
L´appuntamento per le iscrizioni al prossimo anno scolastico mantiene sempre un grande valore. E´ una scelta che riguarda tutti – ragazzi, famiglie, docenti – e che deve trovare attenta la comunità ecclesiale, consapevole dell´importanza della scuola e del suo compito di servizio educativo. Si tratta di decidere, anche attraverso la scelta di avvalersi dell´insegnamento della religione cattolica, il tipo di formazione da dare alle giovani generazioni attraverso la scuola.
1. – La Chiesa italiana è impegnata a realizzare compiutamente l´insegnamento della religione cattolica, come liberamente pattuito e democraticamente legittimato da un ampio voto parlamentare in occasione della revisione del Concordato, nonché largamente suffragato dalla scelta in questi anni di ragazzi e famiglie. Essa è convinta che l´incontro diretto e serio con il messaggio di Cristo permetta a tutti, credenti e non credenti, di far emergere le profonde domande di significato che ogni uomo porta in sé, e di attivare percorsi di ricerca personale capaci di approdare a risposte vere, non superficiali, cariche di valori spirituali e morali.
A seguito del recente mutamento dello scenario sociale e culturale del nostro Paese e, in particolare, dei consistenti flussi migratori, anche nella scuola il riferimento alla religione cattolica, ai suoi contenuti e all´esperienza di quanti oggi ne condividono la fede, viene sempre più in aperto confronto e in dialogo con altre confessioni cristiane, altre religioni e sistemi di significato presenti nella società.
Ciò richiede ai ragazzi e ai giovani una conoscenza ancor più precisa del cattolicesimo, della sua storia e tradizione. La scuola infatti è ambiente nel quale si educa attraverso la cultura, e non si dà dialogo serio e culturalmente significativo nella genericità e nell´approssimazione delle conoscenze. Fuori da queste coordinate si favorisce solo la confusione, l´eclettismo e il qualunquismo, che nulla hanno di educativo. Per questo la connotazione confessionale dell´insegnamento di religione è da considerare un prezioso valore e non un limite.
2. – La Chiesa, del resto, ritiene che l´insegnamento della religione cattolica appartenga al suo compito di evangelizzazione e promozione umana, e sia una modalità peculiare, non confondibile con altre, con la quale i credenti possono contribuire al forte momento pedagogico-sociale rappresentato dalla scuola. In essa l´insegnamento della religione cattolica esplicita la valenza educativa del Vangelo, attivando un suo fecondo confronto anche con la proposta culturale delle altre discipline. Da questo dialogo, che si vuole libero e rispettoso, possono scaturire illuminanti approfondimenti, sia sul versante religioso sia sul versante della vita sociale e civile, che aiutano nei giovani la formazione di personalità mature, con mentalità aperta, capace di convivenza democratica e pluralistica.
Per queste sue caratteristiche l´insegnamento della religione cattolica non può essere confuso con la catechesi, con la quale pure condivide molti contenuti, né può essere da essa sostituito. Infatti, mentre la catechesi è cammino che si svolge nella comunità dei credenti, secondo modalità che presuppongono la fede ed ha come fine la sua crescita, l´insegnamento della religione cattolica è un servizio alla educazione di tutti gli alunni, svolto nella scuola pubblica, secondo la natura e le finalità di questa, e riguarda soprattutto la formazione della identità spirituale, etica e culturale delle nuove generazioni.
3. – Nella logica del servizio alla scuola e nella doverosa attenzione ai profondi cambiamenti che la coinvolgono, la Conferenza Episcopale Italiana, d´intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione, si è da tempo attivata per contribuire alla preparazione di nuovi programmi di insegnamento della religione cattolica, atti a recepire i principi fondamentali della riforma in atto, e a precisare il proprio apporto alla scuola del futuro, con attenzione alle concrete esigenze educative di docenti, alunni e genitori.
In questa prospettiva nell´autunno del 1998 è iniziata una sperimentazione nazionale biennale, che si concluderà nell´estate del 2000. L´esperienza sta coinvolgendo, con modalità diverse, esperti, docenti, alunni, genitori, dirigenti scolastici e punta al contatto diretto con la scuola reale, quella vissuta nelle aule.
Ai docenti di religione, impegnati a qualificare sempre più la proposta educativa dell´insegnamento della religione, va un grazie sentito, con l´auspicio di veder positivamente definito un nuovo stato giuridico, attraverso le disposizioni legislative da tempo attese, attualmente all´esame del Senato.
A tutti, docenti, famiglie e studenti, che ricordiamo al Signore con affetto, va il nostro incoraggiamento, certi che la viva presenza del Vangelo nella scuola italiana sarà fonte di arricchimento per tutta la società.
Roma, 1 dicembre 1999