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della Conferenza Episcopale Italiana
Fra qualche giorno, e fino al 7 luglio, alunni e famiglie saranno chiamati a rinnovare, o ad esprimere per la prima volta, la scelta se avvalersi o no dell'insegnamento della religione cattolica per il prossimo anno scolastico 1993-1994.
1. – Questo appuntamento esige particolare attenzione, perché l'insegnamento della religione cattolica è un grande valore per la scuola e una preziosa occasione educativa per bambini, fanciulli, ragazzi e giovani.
La scuola italiana, in realtà, con le innovazioni didattiche, la programmazione educativa, il dialogo tra le discipline, le istanze per una cultura sempre più elevata ha contribuito a rendere l'insegnamento della religione cattolica più coerente con le sue finalità e caratteristiche.
Ma anche questo insegnamento ha dato molto alla scuola, e può e deve continuare ad essere per le nuove generazioni:
– un concreto esercizio di libertà e di responsabilità;
– un terreno d'incontro tra diverse sensibilità e visioni del mondo;
– un'apertura dell'esperienza scolastica ai grandi temi della vita e del suo significato;
– uno strumento per conoscere con oggettività la fede della Chiesa.
2. – Il contributo originale dell'insegnamento della religione cattolica è importante in questo momento storico, pieno di problemi, turbamenti e tensioni, ma anche di ricerca di un nuovo volto per la nostra società.
Tutti vogliamo che il “nuovo” abbia solide fondamenta. Solo però una ritrovata forza morale, che attinga ai valori dello spirito, potrà far vivere in libertà, verità, giustizia, solidarietà e pace il nostro popolo.
Proprio in questa linea si muove l'insegnamento della religione nella scuola, arricchendo di domande e di risposte il cammino formativo delle nuove generazioni e promuovendo i comuni valori nel confronto con la dottrina del Vangelo, che è patrimonio storico e culturale del nostro Paese.
Perciò questo insegnamento si rivolge a tutti e non solo ai cattolici. È un servizio alla verità, che solo la pigrizia intellettuale e la paura del confronto possono rifiutare.
Invitiamo i giovani e le famiglie a non privarsi di questa grande occasione per conoscere Cristo, il messaggio del Vangelo, i suoi frutti nella storia della Chiesa e della società.
3. – Il problema dell'insegnamento della religione cattolica interpella tutti:
– impegna Chiesa e istituzioni pubbliche in una concreta collaborazione;
– chiede un coinvolgimento personale a studenti, famiglie e insegnanti;
– esige sostegno e promozione da uffici pastorali e comunità parrocchiali.
Pur in mezzo a difficoltà e a imcompiutezze normative, che riguardano disciplina e docenti – e per le quali dovrà trovarsi adeguata soluzione -, tutti si sentano coinvolti in un servizio che la Chiesa intende offrire alla scuola e al Paese.
Studenti e famiglie siano aiutati a motivare una scelta positiva nei confronti dell'insegnamento della religione cattolica e ciascuno faccia quanto di sua competenza per migliorarne la qualità.
4. – Le nuove generazioni meritano tutta la nostra sollecitudine e fiducia: sono il paese di domani. Come cristiani sentivamo l'urgenza di una presenza responsabile nella costruzione del futuro, fedeli alla consegna del Signore di essere sale e luce nelle vicende del mondo.
Roma, 5 giugno 1993
LA PRESIDENZA
PRESIDENZA DELLA CEI
05 Giugno 1993