Diramato alla stampa il 30 novembre 1973.
Sulla soglia dell'Anno Santo che, nella linea già avviata per la sua diocesi di Roma dal Santo Padre, le altre Chiese italiane stanno ormai per varcare, ci è caro confermare a nome di tutti il proposito di rinnovamento e di riconciliazione che di quest'Anno Santo sono la nota qualificante e l'impegno.
Siamo ben consci delle difficoltà che si frappongono al raggiungimento di queste mete, per la resistenza del peccato individuale e sociale.
Con tutta umiltà dunque, ma anche con piena fiducia nella potenza del Signore, entriamo in quel movimento spirituale che deve purificare la vita, rafforzare la fede dei credenti, dilatare la comunione ecclesiale, aprire nuovi spazi alla carità come impegno concreto di solidarietà personale e sociale. Nessun cristiano deve sentirsi estraneo o indifferente; l'Anno Santo non è una esercitazione accademica, ma la stupenda occasione che la Chiesa ci offre per celebrare «Dio-con-noi». Solo convertendoci a Lui, potremo così realizzare il preciso dovere di una coerente testimonianza che il mondo, oggi più che mai, attende da noi.
La coincidenza di circostanze sotto tanti aspetti non prive di difficoltà, non offusca per nulla la pienezza di serenità e di fiducia con cui si inizia, insieme con l'Avvento, questo tempo benedetto. Non ci mancherà certo la possibilità di riflettere sulle cause dei mali di cui soffriamo e di operare per rendere migliore la società in cui viviamo.
Anche se nel tono di questo Anno Santo devono assolutamente prevalere la semplicità e il richiamo interiore, crediamo giusto che non manchi un segno festoso a salutare questo avvio. Invitiamo perciò i Rettori delle Chiese d'Italia, come tante volte si è fatto nella nostra storia religiosa in circostanze straordinarie, a far suonare brevemente tutte le campane a mezzogiorno di domenica 2 dicembre. Possa questo suono, a guisa di voce gioiosa, diventare per tutti un solenne richiamo a compiere quanto il Signore si attende da noi in questo nuovo Anno Santo.
PRESIDENZA DELLA CEI