Padre Santo,
è un secondo grande dono quello che Vostra Santità fa questa mattina a noi Vescovi italiani, intervenendo a questa Assemblea Generale, a un solo giorno di distanza dalla grande Concelebrazione presieduta da Vostra Santità a Bari, a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale: abbiamo ancora nel cuore la Sua omelia di ieri e ci apprestiamo ad ascoltarLa di nuovo, con intima gioia, per accogliere e cercare di mettere in pratica tutto ciò che Vostra Santità vorrà dirci, per il bene della Chiesa in Italia e di questa amata Nazione.
Padre Santo, l’amore e la fedeltà verso il Successore di Pietro fanno parte, per così dire, del DNA dei Vescovi italiani. Questo atteggiamento della mente e del cuore, che è antico e radicato, ha trovato espressione particolarmente forte ed intensa nei lunghi anni del Pontificato del Suo immediato Predecessore Giovanni Paolo II. Ora esso si rivolge verso Vostra Santità, ringraziando anzitutto il Signore per averLa chiamata a guidare il cammino della Chiesa e a confermare i fratelli nella fede. Ma ringraziando anche Lei, Padre Santo, per le parole che ha già pronunciato e per i gesti che ha compiuto, in questo ancora molto breve inizio del Suo Pontificato.
Vostra Santità è in Italia da più di ventitré anni, conosce già personalmente parecchi di noi Vescovi italiani, ha offerto in molteplici occasioni il servizio della Sua parola alle nostre Chiese e alla società italiana. Dal giorno in cui è stato eletto Vescovo di Roma e Pastore universale della Chiesa è nato però, nel cuore del nostro popolo e di ciascuno di noi Vescovi italiani, un sentimento nuovo, in virtù del quale osiamo ritenerLa “nostro” a titolo speciale.
Padre Santo, grazie ancora di essere qui, è questo l’animo con il quale ora La ascoltiamo.
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PRESIDENZA DELLA CEI