MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
Il 6 maggio prossimo, seconda domenica di Pasqua, la comunità ecclesiale italiana è invitata a celebrare una giornata di preghiera, di attenzione e di concreta solidarietà per l'università Cattolica del Sacro Cuore.
Fu sin dagli inizi una giornata popolare: l'università Cattolica del Sacro Cuore fondò infatti la sua esistenza e le sue prospettive di qualificato servizio alla Chiesa e al Paese sulla simpatia e sulla collaborazione fattiva di tanta gente anche povera, del clero, degli Istituti religiosi e secolari, dell'Azione Cattolica e di altre Associazioni e Movimenti cristiani.
E', ora, una giornata da riscoprire, per ricercare tra i cattolici italiani e la loro Università quel legame affettivo, culturale e religioso che fu il segreto della sua origine, ed è il sostegno delle sue migliori stagioni come del suo impegno in questi anni non facili di necessario rinnovamento.
All'Università Cattolica del Sacro Cuore deve essere assicurata la corresponsabilità di tutta la Chiesa italiana. E' un segnale di comunione che va dato con nuova concretezza, anche perché l'intero Paese,
travagliato da una delicata crisi di valori e di cultura, colga da questa nostra corresponsabilità una ragione di speranza.
La giornata ha quest'anno, come tema, « L'umana ricerca in luce di fede ». E' così espressa una delle essenziali finalità che guidano e sorreggono l'impegno dell'università Cattolica.
Vogliamo appena sottolineare la particolare importanza e il significato del tema proposto, proprio in rapporto alle esigenze e alle tensioni culturali del nostro tempo.
Riaffermare la validità ed il rigore dell'umana ricerca, rivendicare il valore e insieme accettare i limiti della ragione nel suo ordine, far riemergere prepotente il problema del « senso » da dare all'esistenza, aprire alla comprensione della diversa e superiore « luce della fede », costituisce un servizio di fondamentale importanza per l'uomo e per la società di oggi.
Troppo spesso, infatti, nella mentalità dell'uomo d'oggi s'insinua la convinzione che la ricerca umana è incompatibile con la rivelazione, la scienza e la ragione sono incompatibili con la fede. Una simile frattura tra il Vangelo e la cultura è il dramma anche della nostra epoca, come diceva Paolo VI (cfr. EN, n. 20).
In realtà le cose non stanno così: « Nulla di genuinamente umano è chiuso al cristianesimo, nulla di autenticamente cristiano è lesivo dell'umano ». Anzi: « Nel messaggio cristiano trova arricchimento, sviluppo, pieno chiarimento la genuina sapienza umana » (GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Comunità Universitaria del Sacro Cuore, 22.5.1983).
« Umana ricerca in luce di fede »: non si tratta di un compito né semplice né facile e tanto meno di breve respiro: si tratta piuttosto di un compito lungo, faticoso, diuturno, non alieno da smarrimenti e da cadute di tensione. Ma è un compito prezioso e necessario. E' la ricerca faticosa della verità nel cuore delle cose. E' lo sforzo continuo e doveroso per tradurre la Parola definitiva di Dio nelle labili parole degli uomini. E' porsi accanto agli uomini di oggi – come il Pellegrino del Vangelo di questa domenica, accanto ai due discepoli di Emmaus – per aiutarli a interpretare i segni e gli avvenimenti del loro tempo.
Chiediamo all'Università Cattolica di perseverare, cm sempre maggiore impegno culturale, nella linea di una « ricerca umana in luce di fede ».
Chiediamo per l'università Cattolica attenzione, stima, simpatia, preghiera, aiuto. Desideriamo sostenerne l'autorità, il prestigio, la libertà, la dignità, l'identità cristiana.
Roma, 13 aprile 1984.