MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
Domenica, 17 aprile p.v., la Chiesa Italiana celebrerà la Giornata per l'università Cattolica del Sacro Cuore.
E un appuntamento di preghiera, di riflessione, di presa di coscienza, di sostegno anche economico, al quale non è mai mancata l'attenzione della comunità cristiana.
Il tema particolare su cui i cattolici sono invitati quest'anno a riflettere – «Il futuro dell'uomo e cultura» – esprime in modo chiaro uno dei compiti essenziali dell’Università: preparare il futuro autentico dell'uomo e l'uomo autentico del futuro.
Di fronte ad un avvenire su cui le realizzazioni della scienza e della tecnica, in tutti i campi, hanno proiettato grandi speranze, ma anche ombre di possibili fallimenti, il problema del futuro dell'uomo assume, ogni giorno più, un carattere di estrema urgenza e concretezza, decisivo per le sorti dell'umanità.
E necessario che il futuro non sfugga dalle mani dell'uomo, quasi fosse sotto il segno della fatalità. Esso è piuttosto scelta responsabile, di tutti e di ognuno.
Per questo, non è sufficiente denunciare la crisi ed il malessere di cui soffre il mondo contemporaneo – raccogliendo ' il magistero costante ed appassionato di Giovanni Paolo II – è necessario fare appello ai valori fondamentali che permettano di superare la crisi: il primato del senso morale, la fiducia nella retta ragione e nella capacità dell'uomo di costruire progetti di futuro rispettosi della pienezza della sua verità.
In questo servizio teso alla progettazione del futuro dell'uomo, l'università Cattolica del Sacro Cuore, per la sua forte ispirazione cristiana, per la sua tradizione culturale centrata sul primato della persona nella integralità dei suoi valori, per la sua capacità di presenza propositiva ed innovativa in tutti i piani del sapere, ha indubbiamente un prezioso ed insostituibile ruolo da compiere.
I Vescovi italiani riconfermano ad essa stima e fiducia. Chiedono ai cattolici italiani l'aiuto della preghiera e l'intelligente comprensione di ciò che significa per la cultura e per la comunità ecclesiale italiana la presenza e l'opera dell'Ateneo del Sacro Cuore.
Anche il generoso e fattivo contributo materiale per la sopravvivenza ed il funzionamento di questo inestimabile strumento di cultura, di scienza, di fede e di libertà è segno ed espressione di quella che S. Agostino chiamava «la più alta forma di carità: quella dello spirito».
Roma, 30 marzo 1983.