Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore – 13 aprile 1986
Giornata per l'Università Cattolica del Sacro Cuore - 13 aprile 1986
razione le energie di tante persone e di tanti gruppi allo scopo di ripulire e di dissodare il terreno delle culture contemporanee e di aprirle sempre più al vero servizio dell´uomo, di tutto l´uomo;
– « coltivare » l´invincibile certezza che il bene, qualunque sia la sua espressione umana e storica e qualunque ostacolo abbia a incontrare, potrà portare il frutto sperato e atteso.
E´ attorno a questi articolati impegni che l´università Cattolica ha lavorato fin dal suo nascere e intende proseguire con spirito di servizio non solo per quanti usufruiscono direttamente delle sue opere ma per la comunità cristiana e l´intero Paese.
L´Università Cattolica è dunque patrimonio prezioso di tutti e va da tutti conosciuta, apprezzata e sostenuta con una fattiva solidarietà spirituale e materiale.
Le nuove sfide che i tempi presentano esigono un rinnovato sforzo di qualificazione e di presenza nel Paese da parte di un Istituto che intende collocarsi all´avanguardia nella ricerca e nella elaborazione culturale e scientifica.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana esprime il suo vivo apprezzamento e incoraggiamento a quanti operano nell’Università Cattolica. – .
Nello stesso tempo ripropone a tutti, credenti e no, il tema della giornata 1986 e le sue concrete articolazioni, nella fiducia che attorno ad essa si vorranno convogliare energie nuove e antiche per la ricerca di una convinta collaborazione di tutti e per una vera e piena promozione umana.
MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
Roma, 16 marzo 1986
La 63ª Giornata dell´Università Cattolica del Sacro Cuore, che si celebra il 13 aprile, nella III domenica di Pasqua, ripropone alla comune attenzione una istituzione che, per la sua storia, la sua attività e le sue benemerenze deve tornare ad essere sempre più cara a tutti nel Paese.
Il tema scelto per questa Giornata: Una cultura ispirata dal Vangelo per camminare da cristiani nelle vicende del paese », esprime il fine stesso per cui è stata fondata e opera l´università Cattolica. Esso è motivo di riflessione anche per la nostra esperienza di cristiani e di cittadini, perché impegna ad entrare nel vivo dei problemi e delle situazioni concrete che interpellano ogni giorno il nostro compito.
« La fede – ci ha ricordato il Papa nel discorso di Loreto – è in grado essa stessa di produrre cultura, cioè un´esistenza e una storia ispirate e impregnate della Parola che si è fatta carne. Ne deriva, nel nostro contesto italiano, la necessità di una chiara proposta della fede cristiana e un coerente impegno a sanare la frattura tra Vangelo e cultura proprio sul terreno dei fondamentali valori umani, senza mai appiattire la verità cristiana » (cfr. CEI, Nota pastorale, La Chiesa Italiana dopo Loreto, n. 16).
Gli sbocchi di una simile posta in gioco sono esigenti e si possono riassumere attorno a quelle vie privilegiate che il Convegno di Loreto ha ripetutamente invitato a promuovere nel nostro Paese per una rinnovata pastorale della cultura.
Innanzitutto, la via della formazione di una coscienza cristiana, chiaramente ispirata dalla verità del Vangelo.
In secondo luogo, la via di una proposta culturale che sappia gettare i germi di vita del Vangelo di Cristo nel vivo della storia del nostro Paese, là dove la gente vive, opera, lavora, soffre e lotta per la giustizia.
E´ necessario che i valori cristiani riacquistino oggi tutta la loro naturale forza propulsiva e ridiventino punto di riferimento essenziale per l´esistenza degli uomini e delle donne del nostro Paese. E ciò non solo nell´ambito personale e familiare ma anche civile, sociale e politico.
L´Università Cattolica è stata, è e deve essere luogo privilegiato per la elaborazione culturale e la formazione di personalità competenti e sicure nell´incarnare il Vangelo in ogni ambito del vivere. E´ questo un traguardo che va comunque perseguito con la collaborazione di tutti e con impegno non solo verso le singole persone ma verso l´intera comunità.
Insieme, come cristiani, dobbiamo risvegliare nuove energie e nuove proposte culturali, che sappiano:
– « coltivare » tutto quello che è vero, nobile, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode (Fil 4, 8). E´ sotto gli occhi di tutti il meraviglioso spettacolo di occhi limpidi, di cuori puri, di mani pulite, di coscienze autenticamente libere perché poste a servizio della verità: anche se il bene non fa chiasso, esso è testimonianza viva ed efficace, che affretta l´avvento del Regno;
– « coltivare » il seme del Vangelo nel vasto campo del mondo del lavoro, della scuola, della politica, delle strutture sanitarie, del tempo libero, cogliendo in ogni ambito i « semi » del Verbo ma anche denunciando i falsi idoli, le vie ingiuste che distruggono la dignità dell´uomo e gli impediscono di vivere con verità il suo rapporto con Dio e con i suoi simili;
– « coltivare » l´arte di chi sa valorizzare nel dialogo e nella collabo
PRESIDENZA DELLA CEI
13 Aprile 1986