MESSAGGIO
1. – Celebreremo in Italia la Giornata del Ringraziamento domenica 14 novembre.
È spontaneo, quest'anno, celebrare la Giornata con un richiamo a S. Francesco, mentre si è appena concluso l'ottavo centenario della sua nascita.
Il suo Cantico delle creature rivela non solo l'estatica simpatia per quanto esiste, ma prima ancora apre alla contemplazione e alla lode del Signore: «Laudato si, o mi Signore, / per sora nostra matre terra, / la quale ne sustenta et governa, / et produce diversi fructi / con coloriti fiori et herba».
È una lode che viene da profonda esperienza di vita: Non è il figlio spensierato e gaudente, seppure buono, di Pietro di Bernardone che canta. È Francesco quasi cieco e vicino a morte, tra i suoi frati dopo una vita penitente e crocifissa per amore del Padre, mentre al sorgere di frate sole, si risveglia da una notte di dolore (Messaggio dei Vescovi italiani, Assisi 12 marzo 1982).
Per tale riconoscimento di Dio, diviene possibile anche a noi giudicare con letizia le nostre umane fatiche e trovare il vero rapporto con le creature.
Un rapporto che impone all'uomo: di rispettare ed amare le creature; di usare ed accrescere i beni della terra per l'utilità di tutti gli uomini; di conservare il necessario e vitale equilibrio ecologico ed umano; di custodire, valorizzare e distribuire equamente le risorse, come patrimonio comune dell'umanità, avendo riguardo alle generazioni presenti e a quelle future.
La lode a Dio per tutti i benefici di natura e di grazia trova espressione ecclesiale e sociale nel ringraziamento, che tutti dobbiamo manifestare, per i frutti della terra e del lavoro umano: lavoro dei campi, delle fabbriche e degli uffici.
2. – In particolare, nel campo dell'agricoltura, quest'anno, non sono mancati motivi di preoccupazione: eccezionali eventi metereologici hanno assunto particolare gravità per le zone del Mezzogiorno e delle Isole, ove la prolungata siccità ha danneggiato i raccolti; così come le grandinate estive hanno flagellato vigneti e frutteti di varie regioni d'Italia. Né si sono attenuati, in vasti territori boschivi, gli effetti provocati dal triste fenomeno degli incendi, frequentemente dolosi.
Nell'esprimere sincera e concreta solidarietà ai fratelli colpiti da tali dolorosi eventi, sentiamo il dovere di assumere un più deciso impegno educativo, culturale e morale, perché i cristiani d'Italia si formino una coscienza più responsabile, e imprimano ai loro comportamenti un più coerente stile di testimonianza, demolendo «gli idoli che ci siamo costruiti: denaro, potere, consumo, spreco, tendenza a vivere al di sopra delle nostre possibilità», e riscoprendo «i valori del bene comune, della tolleranza, della solidarietà, della giustizia sociale, della corresponsabilità» (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, n. 6).
3. – Tale impegno deve essere illuminato e confortato con la luce del «Vangelo del lavoro», perché gli uomini e le donne del nostro tempo, nei campi, nelle industrie, nei commerci, nei pubblici impieghi, ritrovino il senso e i valori del lavoro e lo spirito di servizio, per la loro attività e per la loro vita.
Al disorientamento e al pessimismo diffuso che penetra nelle nostre comunità, dovremo reagire con chiarezza di idee e con la forza della fede, sostenendo i più deboli nel ritrovare il coraggio della preghiera e della speranza: «verrà buona la terra. Fiorirà ancora la zolla. E raccoglieremo con gioia quel che seminiamo con fatica. Al di là delle lunghe siccità, delle bruciature, delle fughe, c'è un ritorno alla terra, alla casa, alla Chiesa che dobbiamo desiderare, provocare ed assecondare» (CARD. A. LUCIANI – Venezia 5 luglio 1976).
Roma, 28 ottobre 1982
LA COMMISSIONE EPISCOPALE
PROBLEMI SOCIALI E LAVORO
COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE