Appello in occasione della giornata missionaria mondiale – 23 ottobre 1988

Appello in occasione della giornata missionaria mondiale - 23 ottobre 1988

con quanti vivono nelle frontiere della missione è una via, aperta a tutti, per partecipare alla diffusione del Vangelo.

Le Pontificie Opere Missionarie, come afferma il messaggio del Santo Padre, “si distinguono per l'intraprendenza e la perseveranza nel suscitare la cooperazione missionaria con iniziative molteplici ed appropriate di animazione, informazione e formazione ad uno spirito veramente universale e missionario”. Esse costituiscono pertanto uno strumento insostituibile perchè le nostre Chiese particolari camminino “con Cristo sulle vie del mondo”.
Maria Santissima, stella dell'evangelizzazione, illumini e sostenga l'impegno missionario del popolo cristiano.
 
Roma, 18 ottobre 1988
Ci è caro e doveroso rivolgere l'annuale appello perchè i singoli battezzati, le comunità cristiane, associazioni e movimenti ecclesiali celebrino tutti e con intensità di fede la prossima Giornata Missionaria Mondiale.
Celebrare nello stesso giorno la festa della missione della Chiesa e della nostra missione assieme a tutte le chiese sorelle sparse nel mondo, quelle di antica tradizione e quelle di recente fondazione, è di per sè segno significativo di autentico spirito cattolico e missionario.
Giustamente la Giornata Missionaria Mondiale è chiamata anche “Giornata della Carità universale”.
Riferendoci ai ripetuti messaggi dei Sommi Pontifici e a quello che il Santo Padre ci ha consegnato recentemente per la celebrazione del prossimo 23 ottobre. riteniamo opportuno richiamare, fra i tanti, due modi concreti con i quali le comunità cristiane e i singoli battezzati possono e devono esprimere la loro corresponsabilità in ordine all'annuncio del Vangelo.
Il primo, il più importante gesto di carità, è quello di pregare e di animare le nostre comunità cristiane perchè fioriscano quelle che il Santo Padre chiama “nuove generazioni di apostoli”, nuove vocazioni missionarie tra sacerdoti, religiosi e laici: gente che “assuma”, come dovere specifico, il compito del primo annuncio del Vangelo (AG, 23).
Senza missionari la missione è impossibile.
Dare missionari, dare persone consacrate alla missione è il segno più evidente di maturità ecclesiale ed è il più grande gesto di carità che si possa fare.
Davvero, “nessuno ha amore più grande di colui che dona la propria vita per i suoi amici” (Gv 15, 13).
E gli uomini, tutti, dovunque si trovino, sono nostri amici, anzi fratelli. È pertanto motivo di grande speranza “il fatto che si moltiplichino i servizi missionari delle Chiese particolari con l'invio di sacerdoti diocesani, i tanto benemeriti 'fidei donum', di laici e di volontari, sia per aiutare le Chiese sorelle più bisognose, sia per portare il primo annuncio del Vangelo e la solidarietà della carità tra i popoli ed i gruppi umani non cristiani” (GIOVANNI PAOLO II , Messaggio di Pentecoste 1988).
Pari impegno pastorale dobbiamo porre perchè le nostre Chiese locali si facciano carico anche della promozione di vocazioni per quegli istituti missionari che si dedicano per proprio carisma al primo annuncio: le Chiese che sono in Italia siano sempre terra fertile che invia gente votata all'evangelizzazione “delle genti”.
Altro importante gesto di carità è quello che si esprime partecipando con generosità ad alimentare il Fondo Mondiale di Solidarietà che sostiene anche finanziariamente le nostre Chiese sorelle più povere, perchè possano assolvere adeguatamente alle loro necessità pastorali.
La formazione dei seminaristi, dei laici, e, particolarmente dei catechisti, il grande impegno per la promozione umana, così intimamente legato all'impegno di evangelizzazione, richiedono una coralità di sforzi alla quale ogni comunità cristiana e ciascun singolo battezzato non possono sottrarsi.
Gli appelli di partecipazione per soccorrere fratelli colpiti da calamità naturali e da urgenze per la loro stessa sopravvivenza sono sempre stati accolti con grande generosità dalla nostra popolazione. Anche l'appello per il sostegno alle opere ed alle iniziative legate all'evangelizzazione non può non trovare accoglienza da parte di tutti, singoli e comunità cristiane.
Per noi credenti, comunicare la fede è un'urgenza che ci interpella in profondità. Cooperare, anche attraverso il contributo materiale,

COMMISSIONE EPISCOPALE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI E LA COOPERAZIONE TRA LE CHIESE

18 Ottobre 1988

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