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Se tutto si gioca sulla motivazione

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“Desidero una Chiesa povera per i poveri”. Le parole di papa Francesco costituiscono lo sfondo del Convegno nazionale degli incaricati diocesani per il Sovvenire che si svolge dal 13 al 15 maggio a Bari. Organizzato dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, con la Presidenza di Mons. Donato negro, riflette su “Crisi economica e solidarietà”, “Chiesa povera e solidale per evangelizzare”, “Il lato solidale del denaro” e “Usura e gioco d’azzardo”, ma anche “La trasformazione del cattolicesimo in Italia” e “Il cammino comune tra vocazioni e Sovvenire”.

Primo, educare
L’Arcivescovo di Otranto e Presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, Mons. Donato Negro, invita a guardare al «sovvenire» come a un piccolo passo che contribuisce a educare alla solidarietà e alla condivisione, quindi a fare obiezione di coscienza al neoliberalismo e a riscoprire la prospettiva del Buon Samaritano.
La riflessione del Vescovo si colloca nel quadro dell’Esortazione di Papa Francesco Evangelii Gaudium. In questa luce avverte che “per una vera educazione evangelica alla solidarietà abbiamo bisogno di comunità educanti, che perennemente si auto-educhino, si rinnovino, si purifichino senza sosta da macchie, ferite, piaghe umane, sociali o pedagogiche. Questo è vitale, soprattutto, per la comunità ecclesiale, che non può essere comunità educante ed educativa se non vive il vangelo, realizzandosi come comunità di solidarietà.
“La solidarietà – spiega ancora – implica un vero autotrascendimento, un uscire verso l’altro, un prendersi a cuore le necessità materiali, strutturali e collaborative.
“Il «sovvenire» alle necessità della Chiesa risulta, allora, un’esigenza spontanea, un bisogno collettivo, un interesse vitale di tutti: è la via dell’auto-aiuto e del mutuo soccorso, che sostiene una Chiesa povera, accanto ai poveri, fedele al suo Maestro povero: e perciò animata dallo Spirito nella missione della liberazione evangelica”.

Non il quanto, ma il come
Spiega Matteo Calabresi, Responsabile del Servizio: “I valori che supportano il sostegno economico alla Chiesa, presuppongono un cattolico capace di sentirsi in comunione con tutta la Chiesa e corresponsabile della sua missione. In questo modo, non è importante il quanto si dà, ma il come.
“Tutto si gioca sulla motivazione – aggiunge –. Chi destina ogni anno in modo consapevole l’8xmille o dona un’offerta per il sostentamento dei nostri preti, si educa all’appuntamento con l’altruismo e contro l’individualismo.
“Qualunque atto di solidarietà – conclude – non rappresenta solo un servizio sociale, ma rende visibile l’amore di Dio e la tenerezza della Chiesa verso quel «prossimo» che bisogna amare come se stessi”.

13 Maggio 2014

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