Omelia di S.Em.za Card. Bagnasco in occasione della S. Messa per i Senatori e i Deputati della Repubblica Italiana in prossimità del Santo Natale, nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva – Roma, 16 dicembre 2015

Omelia di S.Em.za Card. Bagnasco in occasione della S. Messa per i Senatori e i Deputati della Repubblica Italiana in prossimità del Santo Natale, nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva - Roma, 16 dicembre 2015

Eccellenza
Cari Fratelli e sorelle nel Signore
È motivo di gioia, nell’imminenza del Santo Natale, pregare insieme a voi, che avete dal popolo l’onore e il dovere di servire il Paese. Tale compito richiede competenza, onestà morale, sacrificio.
L’anno Santo della Misericordia, che il Santo Padre Francesco ha indetto per tutta la Chiesa, è motivo di riflessione, di preghiera e di conversione per ogni singolo cristiano, così da poter contagiare al meglio ogni dovere, nella Chiesa come nella società civile, nella famiglia come nell’ampio mondo del lavoro  e nella politica.
La Sacra Scrittura, per parlare della misericordia di Dio, usa diverse parole che rivelano degli aspetti utili per cogliere la bellezza e la concretezza della misericordia che, in sé, non è altro che l’amore di Dio per gli uomini.
Il termine biblico “hesed” descrive la misericordia divina come “fedeltà”: Dio ha stabilito un patto con l’antico Israele e – nonostante ripensamenti e tradimenti del popolo – il Signore resta fedele alla sua parola di alleanza e d’amore. L’assoluta fedeltà di Dio all’uomo deve destare in noi un senso di  stabilità e di fiducia: sapere che possiamo contare sempre e comunque sull’amore di qualcuno – ma soprattutto di Dio – genera sicurezza, vince lo smarrimento, quel senso di liquidità così diffuso e opprimente oggi. Che cosa dice alla politica? Dice che essa deve essere affidabile per i cittadini, altrimenti si espande uno spirito di sfiducia verso chi li rappresenta e – ciò che sarebbe peggio – verso le stesse istituzioni.
Ma la Bibbia usa anche un’altra parola – “rahamin”- che rimanda, come significato, al ventre materno. Qual è il legame tra il grembo della madre e la misericordia? L’amore di Dio per l’uomo non solo è fedele, ma anche tenero e fecondo. Dio si avvicina al mondo con un amore che si manifesta nel Natale, cioè con i caratteri dell’umiltà e della discrezione; non si impone ma si propone senza arroganza e superbia. Gesù ritornerà alla fine dei tempi sulla terra in tutta la sua gloria e potenza, ma è entrato nella storia in punta di piedi: Betlemme ne è il luogo storico, e il presepe ne è la rappresentazione piena di dolcezza e di pace. Anche qui, chiediamoci che cosa ha da dire alla politica? Mi pare che solleciti l’agire politico ad essere umile, nel segno del servizio non del potere; lo sollecita a non essere supponente e arrogante, e – quanto più ha il dovere e il potere di decidere per tutti –  è chiamato ad essere altamente consapevole delle difficoltà a individuare il bene comune e a perseguirlo. E’ chiamato a dire la verità sempre senza esibire se stesso.
Infine, il riferimento al grembo materno evoca che l’amore di Dio è fecondo, cioè genera vita. Tale è la vera misericordia: non un sentimentalismo fatuo, non un’emozione passeggera, non un abbraccio vuoto e inutile, ma una forza che genera vita per gli altri perché dà se stessa per gli altri. Anche qui vediamo in controluce il volto della missione politica: essa o sostiene ogni forma di vita, o produce forme di vita buona per tutti – specialmente per i poveri e deboli -, oppure è autoreferenziale. Qui entra il discorso sulla verità: per generare vita buona bisogna sapere qual è la vita buona. Essa non deriva necessariamente dal desiderio di ciascuno, ma da una visione più alta e complessiva che richiede fatica intellettuale, disinteresse personale, libertà interiore. Mi sia permesso dar voce ad una forma di vita oggi particolarmente sentita, che vogliamo deporre sull’altare; la vita dipende moltissimo dal lavoro ed esso, a sua volta, genera altra vita, fiducia e futuro.
Cari Fratelli e Sorelle, mentre affidiamo al Signore le intenzioni del nostro cuore, le nostre famiglie, le persone care, vogliamo pregare anche per il nostro amato Paese: sia esso servito con grande cuore e sacrificio, con la capacità di guardare al presente con le sue pungenti difficoltà, ma anche al futuro delle generazioni. Il Dio Bambino ci benedica, ci sostenga e ci illumini.
 
                                                                                     Cardinale Angelo Bagnasco
                                                                       Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
 

S. Em. Card. Angelo Bagnasco

16 Dicembre 2015

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Come prendersi cura di qualcuno è un tema che da sempre affascina l’umanità. Abbiamo iniziato dalla semplicità di piccoli gesti di aiuto per poi definire nel tempo forme di cura organizzata sempre più evolute. La sapienza del cristianesimo e il senso di una solidarietà diffuse hanno generato l’ospedale insieme ad altre strutture specializzate. Nel tempo, tutti i paesi nel mondo si sono dotati di un sistema più o meno ampio di assistenza.In Italia, la cura delle persone affette da problemi di salute ha un carattere universalistico. Chiunque risieda, anche temporaneamente, sul nostro territorio ha diritto ad essere curato. Oggi, questo sistema presenta punti di crescente criticità. Cosa pensare? Che fare? Quali correttivi applicare? Quale contributo può dare la comunità cristiana?Sono alcune delle domande che questo convegno nazionale vuole affrontare.Per le modalità di iscrizione e il Programma provvisorio in continuo aggiornamento visita il Sito web del Convegno nazionale di Pastorale della salute CEINote organizzative