“Ogni cattolico ha un debito di riconoscenza verso le Chiese che vivono nella terra benedetta in cui Cristo è vissuto, morto e risorto”. Le parole di Papa Francesco – che a fine maggio sarà pellegrino ad Amman, Betlemme e Gerusalemme – tornano puntuali in occasione della Colletta per la Terra Santa, con cui nel Venerdì Santo la Chiesa universale esprime il suo vincolo per la Chiesa Madre: un gesto di carità fraterna, reso ancor più prezioso dal pesante aggravarsi dell’incertezza sociale nell’area mediorientale, in particolare per profughi e rifugiati che fuggono dalla Siria.
“L’unità in Cristo Redentore ci spinge a promuovere anche quest’anno l’importante iniziativa della Collecta Pro Terra Sancta”, scrive ai Vescovi di tutto il mondo il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, Card. Leonardo Sandri, che ricorda come proprio questa iniziativa costituisca la principale fonte di sostentamento delle Chiese che vivono nella regione.
“Ogni giorno i cristiani in varie regioni del Medio Oriente si interrogano se restare o emigrare – si legge nell’appello –: vivono nell’insicurezza o subiscono violenza, talora, per il solo fatto di professare la loro e nostra fede. Ogni giorno ci sono fratelli e sorelle che resistono, scegliendo di restare là dove Dio ha compiuto in Cristo il disegno della universale riconciliazione… È là che la Chiesa ritrova sempre, con le sue radici, la «grande speranza» che porta il nome di Gesù, ma la situazione attuale è veramente delicata: basti pensare al conflitto tra Israele e Palestina, all’evoluzione che investe l’Egitto, alla tragedia della Siria”.
La situazione, avverte il Prefetto, è drammatica e colpisce “ad ogni livello il fragile equilibrio dell’intera area, riversando sul Libano e sulla Giordania profughi e rifugiati che moltiplicano a dismisura campi di accoglienza sempre meno adeguati. Si rimane sconvolti per il numero di rapimenti e omicidi di cristiani in Siria e altrove, per la distruzione di chiese, case e scuole. Ciò non fa che alimentare l’esodo dei cristiani e la dispersione di famiglie e comunità”.
Di qui il dovere della Colletta: “Nel Venerdì Santo vorremo elevare al Crocifisso il grido della pace per Gerusalemme e perché il mondo, cominciando dalla Terra di Gesù, divenga la Città della pace. Le comunità cattoliche di Terra Santa, quella latina della Diocesi Patriarcale di Gerusalemme, come della Custodia Francescana e delle altre circoscrizioni, e quelle greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena, con le famiglie religiose ed organismi di ogni genere, grazie alla Colletta del Venerdì Santo, riceveranno il sostegno per essere vicine ai poveri e ai sofferenti senza distinzione di credo o di etnia. Le parrocchie manterranno aperte le porte ad ogni bisogno; così le scuole, ove cristiani e musulmani insieme preparano un futuro di rispetto e collaborazione; gli ospedali ed ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continueranno ad offrire la loro assistenza, affinché nello smarrimento di questi nostri giorni, la carità ecclesiale faccia risuonare la parola di Gesù: «Coraggio…non temete» (Mc 6,50)”.
Anche questa forma di solidarietà – lascia capire il card. Sandri – diventa un modo per accompagnare il pellegrinaggio che dal 24 al 26 maggio vedrà Papa Francesco in Terra Santa, a cinquant’anni dallo storico incontro tra il Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora.