“Sono venuto per confermarvi in questa fede, la fede nel Cristo vivente che dimora in voi” ha detto Papa Francesco, che con umiltà ha aggiunto: “Ma sono venuto anche per essere confermato dall’entusiasmo della vostra fede! Perché un Vescovo triste è inutile…”.
E, nonostante “il freddo e la pioggia”, l’entusiasmo dei giovani è esploso in una festa di popolo, di musica e di bandiere e di saluti di tutti i Continenti: “Questa è la gioventù del Santo Padre! Questi giovani sono pellegrini, protagonisti di un mondo nuovo, animati dalla speranza di Gesù Cristo”, ha detto nel suo saluto di benvenuto l’Arcivescovo di Rio, Mons. Orani Joao Tempesta, che ha ringraziato il Papa per la sua vicinanza ai poveri, espressa nella visita all’ospedale come in quella alla favelas.
Prima di una rappresentazione, “Rio de Fé”, in cui la vita quotidiana della “Cidade maravilhosa” è raccontata artisticamente, Papa Francesco ha ricambiato il calore dell’accoglienza riconoscendo che “questa settimana Rio diventa il centro della Chiesa, il suo cuore vivo e giovane”.
All’affetto ai presenti – “e anche di quanti non sono potuti venire a Rio de Janeiro, ma sono collegati per mezzo della radio, della televisione e di internet” – ha risposto: “Il mio cuore di Pastore vi abbraccia tutti con affetto universale. Il Cristo Redentore, dalla cima del monte del Corcovado, ci accoglie in questa bellissima città di Rio”.
Quindi, nel corso della celebrazione della Parola il Papa ha ripreso le parole che, in preparazione alla Gmg, hanno accompagnato il pellegrinaggio della croce attraverso il Brasile – “Bota fé” ossia metti fede” – commentando: “Quando si repara un buon piatto e vedi che manca il sale, allora tu “metti” il sale. Così è anche nella nostra vita: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno: “metti fede” e la tua vita avrà un sapore nuovo, avrà una bussola che indica la direzione; “metti speranza” e ogni tuo giorno sarà illuminato e il tuo orizzonte non sarà più oscuro, ma luminoso; “metti amore” e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia”.
Una vita feconda, ha aggiunto Francesco, non passa dal mettere se stessi al centro o dal credere che “essa sia resa felice dal possedere, dai soldi, dal potere”, ma dall’accogliere il Signore: per questo oggi vi dico con forza: “metti Cristo” nella tua vita e troverai un amico di cui fidarti sempre; “metti Cristo” e vedrai crescere le ali della speranza per percorrere con gioia la via del futuro; “metti Cristo” e la tua vita sarà piena del suo amore, sarà una vita feconda”.
E ha ribadito: “Riponi in Lui la tua fiducia e non sarai mai deluso! All’apparenza non cambia nulla, ma nel più profondo di noi stessi tutto cambia. Nel nostro cuore dimora la pace, la dolcezza, la tenerezza, il coraggio, la serenità e la gioia, che sono i frutti dello Spirito Santo e la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio”.
Papa Francesco ha così dato il senso più pieno all’esperienza della Gmg: “In questi giorni, Lui ti attende nella sua Parola: ascoltalo con attenzione e il tuo cuore sarà riscaldato dalla sua presenza; “Metti Cristo”: Lui ti accoglie nel Sacramento del perdono, per guarire, con la sua misericordia, le ferite del peccato. “Metti Cristo”: Lui ti aspetta nell’incontro con la sua Carne nell’Eucaristia, Sacramento della sua presenza, del suo sacrificio di amore, e nell’umanità di tanti giovani che ti arricchiranno con la loro amicizia, ti incoraggeranno con la loro testimonianza di fede, ti insegneranno il linguaggio della carità, della bontà, del servizio”.