“Sempre più la comunità cristiana è chiamata ad accompagnare e a mettere al centro l’esperienza degli ammalati e dei loro familiari, perché questa è un luogo privilegiato d’incontro con Cristo, che anche nelle condizioni della fragilità apre possibilità di donazione, di condivisione e di servizio”.
Don Andrea Manto, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità, nel presentare
i sussidi per l’animazione della XIX Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio), ricorda come essa sia nata per volontà di Giovanni Paolo II.
“Il Papa – spiega il Direttore – ha voluto promuovere questo momento particolare di preghiera, celebrazione e riflessione, dedicato agli ammalati, ai loro familiari e agli operatori sanitari; questi ultimi, per la finalità stessa della loro professione, sono chiamati ad essere a servizio della persona sofferente e a custodire e promuovere la vita”.
Nel
Messaggio di quest’anno Benedetto XVI, con parole della prima lettera di S. Pietro, afferma che “è attraverso le piaghe del Cristo che noi possiamo vedere, con occhi di speranza, tutti i mali che affliggono l’umanità”.
La Giornata, che in molte parrocchie viene celebrata domenica 13 febbraio, punta a sensibilizzare le comunità cristiane e l’intero mondo della sanità: “Riemerge in questa occasione la profondità dell’appello del Papa – conclude don Manto – che non si stanca di ricordarci come la misura dell’umanità si determini essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente: come scrive nell’enciclica Spe Salvi, una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente, è una società crudele e disumana”.