“Cosa fare per possedere il regno di Dio? Su questo punto Gesù è molto esplicito: non basta l’entusiasmo, la gioia della scoperta. Occorre anteporre la perla preziosa del regno ad ogni altro bene terreno; occorre mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutto. Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazio- ni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune”.
Così il Papa nell’omelia pronunciata sabato 26 luglio a Caserta – giorno della Festa della Patrona, Sant’Anna – nella piazza antistante la Reggia. “Chi diventa amico di Dio – ha aggiunto – ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura”.
“Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio – ha spiegato –: chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura.
“Io so che voi soffrite per queste cose” ha riconosciuto, aggiungendo: “Quando sono arrivato, uno di voi si è avvicinato e mi ha detto: «Padre ci dia la speranza». Ma io non posso darvi la speranza, io posso dirvi che dove è Gesù lì è la speranza; dove è Gesù si amano i fratelli, ci si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura. Questa è la speranza che non delude mai, quella che dà Gesù!
“Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra – ha concluso Papa Francesco – che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità – tutti sappiamo il nome di queste forme di corruzione e di illegalità – richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso”.
A sua volta il vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise si è rivolto al Papa riconoscendo che “la nostra Chiesa non è risparmiata dalla complessità e molteplicità di problemi che toccano tutti in Campania, non di meno la nostra città e la nostra diocesi”.
Infatti, ha rilevato il vescovo, “questa splendida terra è stata attaccata da più parti, in modo particolare, sventrata e fatta deposito di rifiuti particolari provenienti dall’Italia e dall’Europa, che causano morti e disagi”. Tra i problemi evidenziati dal Vescovo, “una disoccupazione che toglie il respiro, strappa la speranza e mortifica le nuove generazioni” come anche “criminalità e corruzione”. Eppure, ha sottolineato rivolgendosi al Papa “qui non ha trovato solo degrado, ma una popolazione che non si abbatte e non demorde, che ha un gran desiderio di essere protagonista di una ripresa, soprattutto spirituale, sotto la guida di Vostra Santità”.