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Per una Chiesa
esperta in umanità

Vocazioni
 
Dal 2 al 5 aprile, organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni, si svolge a Brescia, presso il Centro Pastorale Paolo VI, il XXVIII Seminario di formazione sulla Direzione spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale. Il tema scelto è Gioia della fede e arte dell’accompagnamento spirituale. Alla scuola del venerabile Paolo VI.
Proprio al magistero di Paolo VI è andato il pensiero di mons. Nico Dal Molin, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni, nell’introduzione che ha aperto martedì pomeriggio i lavori.
In particolare, don Dal Molin ha valorizzato lo storico discorso fatto dal Papa nella sede dell’ONU, il 4 ottobre 1965 – quando espresse “un desiderio” e chiese “un permesso: quello di potervi servire in tutto ciò che a noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà e con amore” – alla luce delle “continue e pressanti esortazioni con cui Papa Francesco ci aiuta a comprendere che la realizzazione della vita è tanto più vera quanto essa sa farsi servizio, vicinanza, solidarietà, testimonianza di un Dio che non ci lascia mai soli”.
Don Dal Molin ha quindi declinato cosa significhi oggi, per chi vive l’accompagnamento spirituale, essere espressione di una Chiesa “esperta in umanità”, ancora secondo le parole di Paolo VI: “Significa chiedere il dono della sapienza del cuore, che non è pavoneggiarsi in un fatuo nozionismo, ma piuttosto capacità di progettare, di edificare e di portare a termine l’opera che Dio ha iniziato in noi e nelle persone che ci pone accanto; significa saper guardare avanti e in alto per essere donne e uomini dell’aurora, che cercano la luce dopo il buio della notte; che non vogliono lasciarsi rubare la speranza; che desiderano con tutto se stessi… abitare il futuro; significa fare nostre le parole del filosofo francese Blaise Pascal: “Il cuore ha delle ragioni che la ragione non ha”: trovare le ragioni del cuore e farle proprie, crea delle sintonie ed armonie profonde con le ferite, i drammi, le solitudini delle donne e degli uomini nostri contemporanei; significa infine – ha concluso il direttore – vivere ciò che i rabbini ebrei chiamano la via della “teshuvàh”: è la via della interiorità e della umiltà, che si contrappone alla via dell’apparenza e della visibilità; è la via della percezione dei nuclei vitali di positività, di vitalità e di creatività, presenti nel cuore di ognuno”.
Tra i relatori, Paola Bignardi,pedagogista e membro del Comitato del progetto culturale della CEI (“Cristo solo, Cristo vivo. Pedagogia cristocentrica e gioia di credere”), Mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario Diocesano di Brescia, psicologo (“Noi esperti in umanità. La maturità della guida nel dialogo di accompagnamento vocazionale”) e Giuseppe Mari, ordinario di Pedagogia generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (“Lo Spirito santo vi guiderà alla verità tutta intera (Gv 16,13). La ricerca della verità tra certezza della fede, domande del cuore e sfide della storia”).
02 Aprile 2013

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