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Per non rassegnarsi
a un Paese disamorato

Bagnasco
L’apprensione “per le pesanti conseguenze sulla vita della gente e gli effetti interiori della crisi che, a tratti, sembra produrre un oscuramento della speranza collettiva”, per cui “circola l’immagine di un Paese disamorato, privo di slanci, quasi in attesa dell’ineluttabile”. L’amarezza per “il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità”. La preoccupazione per “comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà, ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune”. La necessità di “correggere abitudini e stili di vita”. Ma anche il rinnovato impegno della Chiesa, che “non intende sottrarsi alle attese e alle responsabilità che le competono”.
Con un articolato intervento, il Card. Bagnasco ha aperto lunedì 26 i lavori della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, che si concluderanno giovedì 29 settembre.
26 Settembre 2011

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