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Non cifre,
ma prossimità

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Sono 94.126 gli italiani emigrati nel corso del 2013 (+16,1% rispetto all’anno precedente), per lo più giovani settentrionali tra i 18 e i 35 anni. Il dato emerge dalla nona edizione del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, presentato martedì 7 ottobre a Roma.
“Alla mobilità dobbiamo accostarci con umiltà – sottolinea Mons. Francesco Montenegro, Presidente della Fondazione –: non servono solo le statistiche e gli studi, ciò che è veramente importante è dare giusti strumenti di lavoro a chi lavora con i migranti”.
La presentazione di Mons. Montenegro ha preso spunto dal dramma che segna oggi l’esodo di centinaia di migranti: “In quest’anno siamo stati nuovamente testimoni di altre morti, altre dolorose avventure finite in tragedie di uomini, donne, bambini, famiglie che fuggono da guerra e violenza, da povertà e indigenza, da disoccupazione e infelicità.
“Migliaia di migranti dall’Africa e dall’Asia, dall’Europa dell’Est di nuovo oggetto di focolai di guerra, e migliaia di migranti cosiddetti “economici” che dai paesi industrializzati, ormai stanchi da questa recessione che non allenta la sua morsa, si spostano sempre più a Nord alla ricerca di una vita migliore.
“A chi studia il fenomeno complesso della migrazione – ha concluso il Presidente di Migrantes –
viene chiesto di fare un salto di qualità nel vostro lavoro quotidiano: il passaggio, cioè, dalla riflessione alla pratica perché ciò che è veramente importante oggi è dare giusti strumenti di lavoro agli operatori, a chi lavora con i migranti, accanto a loro, fianco a fianco. Non lasciare solo chi opera nell’accoglienza in Italia e in ciascun Paese dove il migrante arriva”.

A sua volta, mons. Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione, presentando lo Speciale Eventi che caratterizza l’edizione, ha sottolineato che “non si può parlare della mobilità italiana senza riflettere sugli accadimenti più importanti o le ricorrenze più significative; quest’anno, in particolare, ci si sofferma sui cento anni della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e sull’Expo 2015 il cui tema è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
La Giornata Mondiale nacque in Italia sotto il Pontificato di Benedetto XV e dietro precedenti sollecitazioni di vescovi quali Scalabrini e Bonomelli, allo scoppio della Prima guerra mondiale e di fronte al dramma di tanti profughi e rifugiati, soprattutto italiani che, emigranti all’estero, avevano perso ogni cosa ed erano costretti a rientrare in Italia.

La dott.ssa Delfina Licata, curatrice del Rapporto, si è soffermato quindi su alcune cifre del panorama attuale: sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’AIRE al 1° gennaio del 2014; l’aumento in valore assoluto rispetto al 2013 è di quasi 141 mila iscrizioni, il 3,1% nell’ultimo anno. La maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio (quasi 2,4 milioni) e per nascita (più di 1,7 milioni). Il 52,1% degli italiani iscritti all’AIRE è di origine meridionale – più di 1,5 milioni del Sud e circa 800 mila delle Isole – mentre il 32,6% (quasi 1,5 milioni) è partito dalle regioni del Nord. Quasi 700 mila, infine, coloro che hanno dichiarato di essere originari di una regione del Centro Italia. L’Argentina è il primo paese di residenza seguito da Germania, Svizzera, Francia e Brasile.
Nel corso del 2013 si sono trasferiti all’estero 94.126 italiani – nel 2012 sono stati 78.941 – con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze. Dal 2012 al 2013 si registra una crescita generale delle migrazioni del +19,2%, un trend che non sembra destinato a fermarsi ma che anzi appare di gran lunga sottodimensionato rispetto alla reale consistenza delle partenze che in questo momento caratterizzano l’Italia.

07 Ottobre 2014

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