La Consulta ecclesiale nazionale degli organismi socio-assistenziali, guidata da S.E. mons. Giuseppe Merisi, si è riunita lo scorso 31 maggio a Roma per un seminario di studio su analisi e proposte per un piano nazionale di contrasto alla povertà.
Al seminario, accanto ai membri della stessa Consulta, erano stati invitati anche rappresentanti di altri organismi: Acli, Comunità di S.Egidio, Cisl, Federsolidarietà, Movi, Jesuit Social Network, SCS-CNOS (Servizi Civili e Sociali – Centro Nazionale Opere Salesiane).
Mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, ha introdotto l’incontro ricordando gli effetti delle crisi economica sul nostro paese, anche a partire dai dati del Rapporto annuale Istat, presentato il 23 maggio. In quell’occasione – ha ricordato mons. Nozza – il sistema Italia è stato fotografato “vulnerabile, più vulnerabile di qualche anno fa”: è evidente che per fronteggiare le recenti difficoltà l’economia e la società italiana hanno eroso molte delle riserve disponibili, le famiglie hanno ridotto drasticamente il tasso di risparmio per sostenere il loro tenore di vita; i vincoli di finanza pubblica rendono minimi gli spazi di manovra della politica fiscale; l’economia nazionale mostra evidenti difficoltà nella fase di ripresa, meno sostenuta di quella di paesi a noi vicini come Francia e Germania”.
In direttore di Caritas Italiana ha ricordato che sono stati persi quasi 900 mila unità di lavoro a tempo pieno, è aumentata l’area dell’inattività, l’occupazione cresce prevalentemente nei servizi a più basso contenuto professionale, si riduce il numero delle posizioni più qualificate, il capitale umano è sottoutilizzato: guadagni più bassi, minori prospettive di sviluppo.
Una quota sempre più alta di giovani – ha aggiunto – scivola, non solo nel Mezzogiorno, verso l’inattività prolungata, vissuta il più delle volte nella famiglia di origine; oltre il 40% dei giovani stranieri abbandona prematuramente la scuola, alimentando un’area di emarginazione i cui costi non tarderanno a diventare evidenti. E se le donne vivono una inaccettabile esclusione dal mercato del lavoro, gli anziani sono investiti da una vulnerabilità crescente: povertà e deprivazione riguardano spesso le famiglie di ultrasessantacinquenni; molti, affetti da gravi limitazioni, non sono aiutati né da reti informali, né dai servizi a pagamento, né dalle strutture pubbliche.
In questo contesto e dentro queste vulnerabilità, ha concluso Nozza, l’Italia ha bisogno di prendere coscienza dei propri problemi e dei propri punti di forza per mobilitare le tante risorse disponibili e accelerare il passo, in tutti i campi; utilizzare meglio l’informazione esistente per orientare le decisioni collettive e individuali; dare importanza al ‘tempo’: “Si ha l’impressione che il nostro Paese non abbia piena coscienza dell’importanza di questo fattore, preferendo decisioni dalle quali ci si attende risultati immediati rispetto a quelle i cui effetti positivi sono differiti negli anni”.
La Consulta ha analizzato con l’aiuto del Dr. Lorenzo Malagola – Capo Segreteria Tecnica del Ministero del Lavoro – le novità contenuta nel recente decreto Milleproroghe, relativamente ad una sperimentazione della Carta acquisti erogata attraverso un più significativo coinvolgimento degli enti del privato sociale. Si è sviluppata un vivo confronto sul tema della sussidiarietà, teso a sottolinearne la forte connessione – nel magistero sociale – con la dimensione della solidarietà.
Il presidente delle Acli Andrea Olivero a sua volta ha presentato la proposta delle Acli in materia, tesa a implementare la Carta acquisti, per renderla – nel raggio di un triennio – uno strumento di contrasto alla povertà assoluta di tipo universalistico. Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana, e Egidio Riva, docente di sociologia alla Cattolica di Milano, hanno invece illustrato lo studio, promosso dalle Caritas lombarde, volto a definire una proposta di reddito di autonomia come strumento – connesso alle politiche già in atto nella Regione Lombardia – di lotta alla povertà
Infine il presidente di Caritas Italiana e della Consulta, S.E. Mons. Giuseppe Merisi, ha chiuso l’incontro rilanciando “l’impegno dei cristiani, già attivi in oltre 14 mila opere socio sanitarie e assistenziali nel nostro paese, per la costruzione di un sistema di protezione sociale sussidiario e solidale”.
Tracciare nuove mappe, far emergere opportunità e rischi, valutare progressi e regressi, sostenere con informazioni affidabili la discussione, nel Paese, a tutti i livelli è questo il servizio che Caritas italiana, le Caritas diocesane, la Consulta ecclesiale nazionale degli organismi socio assistenziali possono offrire. Un impegno forte e permanente capace di irradiarsi nei contesti regionali e nelle comunità diocesane.