Si è aperto a Salerno venerdì 24 – per concludersi domenica 26 ottobre – il convegno nazionale “Nella precarietà la speranza”, volto a rilanciare l’impegno a fianco delle giovani generazioni nella ricerca del lavoro e nel progettare la loro famiglia.
“Dobbaimo dire no alla cultura dello scarto”, ha scritto Papa Francesco nel Messaggio rivolto ai convegnisti: “Con la forza del Vangelo, non fatevi rubare la speranza nelle sabbie mobili della precarietà” (il testo in allegato).
Promosso da tre Commissioni Episcopali (Laicato, Famiglia e Lavoro), il convegno è stato aperto dall’intervento di Mons. Giancarlo Bregantini che ne ha indicato i tre obiettivi:
In particolare, Mons. Bregantini ha valorizzato la fecondità espressa dal Progetto Policoro, sia nella formazione e motivazione evangelica al perché si lavora, sia nell’accompagnamento al lavoro, tramite l’esempio di maestri veri, nel come si lavora; sia nei segni concreti che parlano con i fatti, come risposta al cosa si lavora.
P. Francesco Occhetta, gesuita de La Civiltà Cattolica, ha offerto una riflessione (vedi abstract in allegato) sul tema di fondo del convegno, “I giovani italiani, il dramma del lavoro e il progetto familiare”.
“La Chiesa non chiede di superare l’idea né dell’economia di mercato né dell’azienda – ha chiarito – ma quella di un mercato esclusivamente ripiegato sull’obiettivo del profitto a tutti i costi che definisce «risorse umane» le persone equiparandole a una voce tecnica dell’azienda e che prescinde dall’eticità dei mezzi, dei fini e da un’antropologia al servizio della persona.
“Generare speranza significa dare la possibilità al privato (sociale) di ripartire dai bisogni dei territori dove la Chiesa può ancora costruire reti sociali importanti per i giovani”.
Densa e ricca la relazione del prof. Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio Pastorale della Cultura della diocesi di Palermo, che ha centrato il suo intervento sulla responsabilità dei laici tanto nel progettare famiglia quanto nel creare lavoro (vedi testo in allegato).