Resta critica soprattutto la situazione in Libia e, a fasi alterne, proseguono le partenze di quanti riescono a fuggire e cercano di arrivare in Italia. Ma oltre a quanti fuggono, continuano a morire anche tanti civili che restano in Libia.
Il Santo Padre più volte ha rinnovato «un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza».
Anche la Cei si è unita all’appello del Papa e Caritas Italiana si è attivata per sostenere le Diocesi coinvolte, in Italia e in Africa, lanciando anche una raccolta fondi.
La Caritas Italiana sin dall’inizio dell’emergenza in nord Africa ha intrapreso una fitta interlocuzione a livello istituzionale, sia in riferimento alla questione sbarchi a Lampedusa che al tema dell’accoglienza diffusa sui territori. Da subito la rete delle Caritas si è attivata dietro sollecitazione delle istituzioni con la messa a disposizione di oltre 3.000 posti potenzialmente attivabili. Ad oggi sono state più di 2.000 le persone transitate nei centri di accoglienza delle Caritas diocesane. In una prima fase si è trattato soprattutto di cittadini tunisini che per la gran parte si sono fermati solo per un breve periodo. Oggi, invece, l’accoglienza riguarda principalmente coloro che provengono dalla Libia e che in numero rilevante sono bisognosi di protezione internazionale. Si tratta di cittadini sub sahariani o asiatici che si trovavano in Libia o per lavoro o perché fuggiti dai loro paesi di origine e in attesa di raggiungere l’Europa. Attraverso il monitoraggio effettuato da parte di Caritas Italiana è possibile avere un quadro aggiornato sulle presenze (per i dati relativi a ogni regione italiana:
www.caritasitaliana.it)
Nel contempo, Caritas Italiana ha cercato il confronto con le Istituzioni sulle molte criticità che man mano si palesavano sul fronte dell’accoglienza, sia attraverso un dialogo costante con i vari ministeri, sia tramite delle proposte che nel tempo sono state parzialmente accolte: dal monitoraggio dell’evolversi della situazione a Lampedusa al sostegno all’attivazione di forme di ascolto, orientamento, mediazione, e fornitura di beni materiali di prima necessità all’interno dei Centri di Accoglienza e Identificazione, alla partecipazione, insieme ad altri organismi nazionali, all’interlocuzione con Ministero dell’Interno, Protezione civile nazionale e Conferenza Unificata Stato-Regioni. Infine, un monitoraggio e aggiornamento costante della situazione delle accoglienze messe a disposizione e progressivamente attivate dalle Caritas diocesane, oltre ad un ruolo di supporto sulle questioni giuridiche, normative e pastorali.