“I Vescovi sono uniti e compatti nel condividere le difficoltà e le prove della famiglia e nel riaffermarne la bellezza, la centralità e l’unicità: insinuare contrapposizioni e divisioni significa non amare né la Chiesa né la famiglia”.
Il Card. Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio Permanente (Roma, 25-27 gennaio) con una prolusione nella quale il Presidente della Cei si sofferma sulle condizioni economiche e sociali del Paese, sognato “a dimensione familiare”: dove il rispetto per tutti sia stile di vita, e i diritti di ciascuno vengano garantiti su piani diversi secondo giustizia”.
Tra i temi affrontati, la situazione dei migranti (“La persistenza dei viaggi della disperazione e delle atrocità che si continuano a perpetrare contro i cristiani e le altre minoranze religiose ed etniche, non deve provocare l’assuefazione nell’opinione pubblica mondiale”, ha detto, denunciando “una singolare differenza di reazione emotiva e politica rispetto a morti e vittime, quasi che la loro dignità dipendesse da classi o caste diverse a seconda dei Paesi di provenienza”) e la condizione di povertà che attanaglia anche tante famiglie italiane (“Vediamo una contrazione preoccupante a diversi livelli, con indigenti di ogni tipo“), a fronte dell’ “umiliazione di giovani che bussano invano alla porta del lavoro e, quindi, non riescono a farsi una famiglia” e di “adulti che, dopo aver perso l’occupazione, da anni resistono grazie a lavori occasionali o alla provvidenza dei nonni”.
Accanto al richiamo sereno e chiaro per la tutela della famiglia (“Auspichiamo che nella coscienza collettiva mai venga meno l’identità propria e unica di questo istituto che, in quanto – come dice il Santo Padre – soggetto titolare di diritti inviolabili, trova la sua legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. Essa non è, quindi, per la società e per lo Stato, bensì la società e lo Stato sono per la famiglia”), la valorizzazione del Convegno ecclesiale di Firenze e delle proposte per l’Anno Santo della Misericordia.