Come deve essere un “buon educatore”? È la domanda con cui dal 20 al 23 febbraio, a Bologna, si confronteranno 700 incaricati di pastorale giovanile, rappresentanti di movimenti, associazioni e congregazioni religiose provenienti da oltre 150 diocesi italiane. “La cura e l’attesa” è il titolo del XV convegno nazionale di pastorale giovanile, organizzato dal Servizio per la pastorale giovanile della Cei
I cattivi educatori, nella vita, possono creare danni ingenti. Obiettivo della tre giorni di lavori è costruire il profilo e le competenze dei buoni educatori, affinché i temi legati alla pastorale giovanile non rimangano in una sorta di “limbo” che si limita a definire un orizzonte senza tracciare una strada capace di raggiungerlo.
E allora come deve essere un ‘buon’ educatore? Un adulto in grado di stare accanto ai ragazzi con la consapevolezza e la preparazione del caso, perché è attorno alla sua preparazione che si gioca l’emergenza educativa. Sarà lo psichiatra Vittorino Andreoli a provare a indicarne le caratteristiche in apertura del convegno lunedì 20 febbraio. Concluderà la prima giornata di lavori il Segretario generale della Cei, Mons. Nunzio Galantino, che presiederà la celebrazione eucaristica.
La riflessione proseguirà martedì 21 con la relazione pastorale affidata a Mons. Erio Castellucci, vescovo di Modena, sul ruolo della comunità cristiana nell’azione educativa, mentre la pedagogista Chiara Scardicchio disegnerà la figura dell’educatore. Il giorno successivo, mercoledì 22, verrà presentata la ricerca sugli oratori italiani, a cura di Nando Pagnoncelli e Marco Moschini. A chiusura, don Michele Falabretti, Responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, presenterà una proposta di cammino in vista del prossimo Sinodo sui Giovani.
Giovedì 23 pellegrinaggio alla Madonna di san Luca e Messa finale presieduta da Mons. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Sarà possibile seguire il convegno anche in diretta streaming sul sito www.chiesacattolica.it/giovani
In allegato il programma del convegno.