“È l’esempio del Signore”, ha spiegato Papa Francesco ai ragazzi di Casal del Marmo: “Lui è più importante, e lava i piedi; fra noi quello che è il più alto, deve essere al servizio degli altri”. “Lavare i piedi”, dunque, “significa dire: io sono al tuo servizio. E anche per noi cosa significa questo? Che dobbiamo aiutarci”. “Aiutarci l’un con l’altro”, per il Papa, “è ciò che Gesù c’insegna ed è quello che io faccio. E lo faccio di cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo, devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore. Lo amo. Amo questo e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato.
“Ma anche voi aiutateci, aiutateci sempre; e così, aiutandoci, ci faremo del bene”, ha aggiunto il Papa, rivolgendosi ai ragazzi, prima di concludere: “Adesso, durante la lavanda dei piedi, “ciascuno di noi pensi: davvero sono disposto, sono disposto a servire, ad aiutare l’altro? Pensiamo questo, soltanto”.
A Genova, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sempre nella Messa “in Coena Domini”, ha constatato: “Com’è difficile entrare nell’amore: tutti ne parliamo con entusiasmo, sentiamo che è la nostra patria, ma misurarci con l’amore e le sue leggi è un’altra cosa.
“L’amore – ha spiegato il Card. Bagnasco – è uscire dal nostro io per andare verso gli altri; è dare anziché prendere; è chiedere senza pretendere, è ricevere senza voler possedere; è essere grati perché tutto è dono. Amare è volere il vero bene dell’altro, e per questo essere disposti a sacrificare noi stessi”.
Il Cardinale ha quindi ricordato l’atteggiamento dell’apostolo Pietro che non voleva farsi lavare i piedi da Gesù, ed ha parlato di “eventi, regole, consuetudini, decisioni di chi ha responsabilità” che “vorremmo che tutto filasse secondo la nostra logica, senza pensare che non conosciamo tante circostanze, finalità, tempi e ostacoli, che inducono a ragionare e a fare in altro modo. E a volte questa impazienza un po’ supponente l’abbiamo anche nella fede”.