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In Italia i poveri raddoppiano. Quali politiche?

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Venerdì 11 luglio è stato presentato a Roma il Rapporto Caritas 2014 (disponibile nel sito www.caritasitaliana.it) su “Il bilancio della crisi. Le politiche contro la povertà in Italia”. Sono intervenuti  mons. Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, Cristiano Gori docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
Tra i dati contenuti nel Rapporto, impressiona quello secondo cui nel 2012 vivevano in povertà assoluta 4,8 milioni di persone residenti in Italia, pari all’8% del totale, mentre nel 2007 erano 2,4 milioni, cioè il 4,1%. In altre parole, i poveri sono raddoppiati in cinque anni. Cosa hanno fatto, nel frattempo, i governi che si sono succeduti per combattere questo allarmante fenomeno?
«Cosi come nel Rapporto Immigrazione e nel Rapporto Povertà, – ha spiegato mons. Soddu – Caritas Italiana si propone di consegnare una prospettiva di analisi dei fenomeni sociali di questo tempo, in questo Rapporto si vuole concorrere alla riflessione sulla efficacia delle forme istituzionali di contrasto alla povertà, per stimolare un dibattito pubblico, suscitare la più ampia e condivisa consapevolezza intorno a questi fenomeni, promuovere la coscienza comune di un impegno doveroso a far fronte ad essi».
La scelta della povertà “assoluta” come campo di indagine di questo Rapporto, ha aggiunto Soddu,  «non è il segno di una rinuncia a pensare ad un paese più giusto, un paese cioè in cui stia a cuore ai decisori pubblici una più equa ripartizione delle risorse, ma significa assumersi la responsabilità di indicare non solo i fattori e  le condizioni socio-economiche più esposte ai rischi di una condizione di grave esclusione, ma anche indicare valutazioni fondate e prospettive realizzabili  di politiche pubbliche».
«L’ambizione che nutriamo – ha concluso – è quella di inaugurare, a partire da quest’anno, un itinerario di analisi, approfondimento, studio e ricerca che permetta di realizzare uno strumento di riflessione a cadenza annuale, limitato negli obiettivi, ma potenzialmente prezioso in questa fase della vita del Paese».

11 Luglio 2014

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