La Chiesa Italiana è solidale nel dolore con i confratelli e i familiari di padre Fausto Tentorio, il missionario assassinato stamane davanti alla parrocchia di Arakan nell’isola di Mindanao (Filippine).
Da oltre 32 anni nel Paese asiatico, padre Tentorio era nato 59 anni fa a S. Maria di Rovagnate (Lecco) ed era entrato nel Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) dal seminario dell’arcidiocesi di Milano. I suoi compagni di studio lo ricordano come una persona semplice e affabile.
Secondo l’agenzia Asia News, il missionario “è stato ucciso pochi minuti dopo aver celebrato la messa e prima di recarsi a Kidapawan, per incontrarsi con gli altri sacerdoti della diocesi, nella casa del vescovo. Il suo assassino, con la sicurezza di chi ha potenti protettori, si è avvicinato e gli ha sparato due colpi alla testa. Con calma si è allontanato sulla sua motocicletta, il viso protetto da un casco protettivo”.
“La morte di padre Tentorio è quella di un missionario generoso che ha dato la vita per la causa del Regno di Dio” commenta don Gianni Cesena, direttore della Fondazione Missio, ricordando che la sua uccisione è avvenuta nell’Ottobre Missionario, dedicato quest’anno ai “Testimoni di Dio”.
Padre Fausto Tentorio è il terzo missionario italiano del Pime a perdere la vita nelle Filippine e nell’isola di Mindanao. Nel 1985 padre Tullio Favali morì a Tulunan, nella diocesi di Kidapawan; nel 1992, padre Salvatore Carzedda, impegnato nel dialogo con i musulmani, venne ucciso a Zamboanga. Da ricordare anche che nel 2007, padre Giancarlo Bossi fu vittima di un rapimento per mano di un gruppo di fuoriusciti del “Moro Islamic Liberation Front”, ma venne rilasciato dopo oltre due mesi di cattività.