Porta la firma del Card. Angelo Bagnasco e, quindi, degli altri Vescovi della Conferenza Episcopale Ligure l’appello con il quale stabiliscono che “domenica 6 novembre si tenga una giornata di preghiera e di raccolta in denaro che verrà devoluta, tramite la Caritas, a beneficio delle comunità colpite dall’alluvione”.
“E’ sotto gli occhi di tutti – si legge nel testo – l’impressionante disastro ambientale verificatosi nei giorni scorsi nel levante della Liguria e nel limitrofo territorio toscano, a causa delle eccezionali precipitazioni atmosferiche. L’evento ha provocato lutti e distruzioni immani.
“Le Chiese liguri, che sempre si sono dimostrate attente e solidali nei confronti delle popolazioni colpite dalle calamità naturali ovunque siano avvenute – continuano i Vescovi – si sentono oggi particolarmente vicine a quelle comunità della nostra stessa regione che si trovano in una così drammatica emergenza.
Di qui l’appello: “I Vescovi della Conferenza Episcopale Ligure si uniscono nella preghiera per le vittime ed i loro familiari ed esprimono vicinanza fraterna alle popolazioni locali e alle comunità ecclesiali guidate da Mons. Francesco Moraglia, Vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato. Invitano – specialmente i giovani – a gesti di solidarietà e di sostegno nelle modalità che eventualmente verranno sollecitate da chi coordina i soccorsi e le azioni di volontariato”.
Caritas Italiana, a sua volta, ha subito contattato le Caritas coinvolte e i delegati regionali delle Caritas della Liguria e della Toscana e segue l’evolversi della situazione, rendendosi disponibile ad intervenire per sostenere le azioni delle Chiese locali.
Per quanto riguarda la Toscana, Caritas in un comunito spiega che “la situazione drammatica dei comuni di Aulla e di Mulazzo si colloca in una situazione più ampia che coinvolge tutta la Lunigiana”.
Il Vescovo, Mons. Giovanni Santucci, ha visitato Aulla e alcune parrocchie vicine già il giorno successivo all’esondazione (26 ottobre), incontrando i parroci e alcune famiglie. La Caritas diocesana è a disposizione della Protezione Civile (con la quale ha stretti contatti) che già nei giorni precedenti l’alluvione ha preso in mano la situazione e continua a gestirla con impegno.
Con i sacerdoti e le comunità parrocchiali ci si sta organizzando per la seconda fase, quando dall’impegno per ripristinare le condizioni minimali della vita, si cercherà di mettere in condizione tutti di ritrovare la serenità, il minimo indispensabile per il quotidiano e le relazioni sociali.