La Nunziatura Apostolica in Italia, con lettera n. 14807/82 del 29 luglio 1982, ha trasmesso il seguente comunicato stampa relativo al tema della XVI Giornata Mondiale della Pace.
COMUNICATO STAMPA
1. – Per la XVI Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 1983), il Santo Padre ha scelto il tema Il dialogo per la pace, un'urgenza per il nostro tempo.
Tale tema risulta particolarmente attuale alla luce dei drammatici avvenimenti che hanno scosso negli ultimi tempi la vita internazionale. Guerre, ostilità di ogni natura, negoziati purtroppo senza esito o conferenze internazionali prive di effettivi risultati, mettono in risalto l'urgenza di un vero dialogo quale via alla pace.
Inoltre, tale tema costituisce un prolungamento di quello scelto per la Giornata Mondiale della Pace 1982: «La pace, dono di Dio affidato agli uomini», con il quale si poneva l'accento sulla dimensione verticale del dono divino e su quella orizzontale della responsabilità umana.
Il tema del dialogo vuole approfondire la comprensione di tale duplice realtà.
2. – Papa Giovanni Paolo II ha sottolineato in numerose occasioni la necessità di dialogare per superare i conflitti tra le nazioni. Tra gli interventi più recenti, ricordiamo i discorsi pronunciati a Coventry durante il suo viaggio in Gran Bretagna e all'aeroporto di Buenos Aires durante il successivo viaggio in Argentina, l'allocuzione rivolta al Presidente Reagan in visita a Roma, il messaggio indirizzato alla seconda sessione speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul disarmo conclusasi da poco a New York.
Due solenni documenti della Chiesa sottolineano l'importanza del dialogo e ne definiscono il contenuto. La Costituzione Pastorale Gaudium et spes«La Chiesa… diventa segno di quella fraternità che permette e rafforza un sincero dialogo… Senza violenza umana e senza inganno, possiamo e dobbiamo lavorare insieme alla costruzione del mondo nella vera pace» (GS, n. 92). fa frequenti riferimenti alla nozione di dialogo nella Chiesa, nelle comunità e nella società, e proclama:
L'enciclica di Paolo VI Ecclesiam suam«senza limiti e senza calcoli», deve escludere «la condanna aprioristica, la polemica offensiva ed arbitrale, la vanità di inutile conversazione» e deve possedere caratteristiche di «chiarezza, fiducia, prudenza». ha approfondito il significato del dialogo affermando, tra l'altro, che esso deve essere
3. – Il dialogo rappresenta oggi più una sfida che una sicura formula per la pace. In primo luogo, tale sfida consiste nel rinunciare alla forza e alla violenza quali mezzi per risolvere le contese. In secondo luogo, la sfida consiste nell'abbandonare la vuota retorica e le posizioni preconcette di interesse egoistico e di sfruttamento degli altri. In terzo luogo, la sfida consiste nell'aprirsi a un vero dialogo, senza condurre inutili discussioni tese solo a mascherare pretese di parte, ma ricercando uno scambio onesto, franco e chiaro al fine di superare le divergenze mediante il negoziato. Solo dal vero dialogo potranno scaturire le condizioni giuste, durevoli e sicure per realizzare la pace; i conflitti esplosi nei mesi passati sono la triste illustrazione della mancanza di un tale dialogo.
Un dialogo che sia leale e prudente, sincero e fraterno, costante e fiducioso, basato sul rispetto e sull'amore tra le parti; un dialogo a tutti i livelli della vita, tra i membri di una stessa famiglia, tra i gruppi sociali, tra le diverse generazioni, tra le nazioni, tra le culture, tra le ideologie, tra le confessioni religiose: tale è la sfida che ci lancia il Santo Padre scegliendo il tema: «Il dialogo per la pace, un'urgenza per il nostro tempo».