1. “Non temete”
L’antifona dell’ultimo salmo echeggia le parole dell’angelo alle donne davanti alla tomba vuota nelle prime luci del mattino. La prima parola del Signore risorto è l’invito a non temere, a non avere paura! Paura di che cosa? Di ciò che era troppo più grande di loro, delle loro attese.
Il Maestro aveva parlato un giorno della sua risurrezione dalla morte, ma chi aveva capito quelle parole? chi le aveva prese sul serio così come suonavano? Ma ora quelle donne si trovavano davanti ad un sepolcro scoperchiato e vuoto e improvvisamente capivano che quella profezia non era un singolare modo di dire: ora era realtà. Era naturale che il sentimento dominante in quel momento fosse la paura, lo smarrimento. E’ questa la prima risonanza interiore che la creatura ha di fronte al mistero che le si presenta e l‘avvolge. Per questo il “Non temete” del Signore scende sulle loro anime come un balsamo; e così scende sulle nostre di fronte al mistero di Dio e di fronte ai misteri della vita e della storia.
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S. Em. Card. Angelo Bagnasco