Cari Confratelli
1. Il viaggio apostolico di Papa Francesco
Portiamo l’eco del mistero natalizio appena celebrato, e a Cristo – Dio con noi – chiediamo di farci Pastori secondo il suo cuore. La poesia che, nonostante tutto, avvolge il Natale del Signore non è mai vuota, poiché Dio percorre vie misteriose per parlare all’uomo di ogni tempo. Così è avvenuto durante la Santa Messa a Tacloban nelle Filippine, dove il Santo Padre Francesco, con le parole della fede e dell’amore, ha parlato alla popolazione colpita dal micidiale tifone: “Molti di voi hanno perso tutto. Io non so cosa dirvi. (…) Molti di voi hanno perso parte della famiglia. Solamente rimango in silenzio, vi accompagno con il cuore in silenzio (…) Guardiamo Cristo: Lui è il Signore, e Lui ci comprende perché è passato per tutte le prove che ci hanno colpito (…). Perdonatemi se non ho altre parole. Ma siate sicuri che Gesù non delude. Siate sicuri che l’amore e la tenerezza di nostra Madre non delude. E attaccati a lei come figli, e con la forza che ci dà Gesù nostro fratello maggiore, andiamo avanti. E come fratelli camminiamo” (Papa Francesco, Omelia Tacloban, 17.1.2015). Sono parole che nascono dal cuore di colui al quale Cristo ha consegnato il mandato di Pietro – “Pasci le mie pecorelle” – donandogli il carisma della paternità universale. In un certo senso, tali parole sono la continuazione di quanto ha scritto nella sua Enciclica a proposito della fede: “La fede non è luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi, e questo basta per il cammino” (Papa Francesco, Lumen fidei, 57).
All’inizio del nuovo anno civile il nostro filiale saluto va dunque al Santo Padre, al quale esprimiamo la più viva gratitudine per l’infaticabile impegno, e formuliamo l’augurio affettuoso di forza e luce per il suo ministero, rinnovando la vicinanza convinta e operosa alla sua persona e al suo magistero. Lo vogliamo anche ringraziare per aver onorato la nostra Conferenza con il dono di due nuovi Cardinali: l’Arcivescovo di Ancona-Osimo Mons. Edoardo Menichelli e l’Arcivescovo di Agrigento Mons. Francesco Montenegro, membro del Consiglio Permanente in qualità di Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni. A loro vanno le felicitazioni più vive dell’Episcopato italiano e di questo Consiglio.
2. Il Sinodo Ordinario
Nei prossimi mesi ci attende una tabella di marcia intensa che chiede l’impegno generoso nostro, del nostro Clero e delle comunità. Innanzitutto il Sinodo Ordinario che verrà celebrato nel prossimo ottobre: chiede un importante lavoro di preparazione da parte di tutti sul filo dei Lineamenta che sono stati inviati dalla Segreteria Generale del Sinodo. A giugno sarà inoltre pubblicato l’Instrumentum laboris. Dopo la celebrazione del Sinodo Straordinario – momento di grazia e di dialogo serio, umile e aperto – continua, pertanto, la comune riflessione su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. A questo riguardo, nell’incontro con le famiglie a Manila, il Papa ha fatto affermazioni illuminanti: “Ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa (…) custodite le vostre famiglie! Proteggete le vostre famiglie! Vedete in loro il più grande tesoro della vostra Nazione” (Papa Francesco, Discorso alle famiglie, Manila, 16.1.2015). Con chiarezza, il Sommo Pontefice ha inquadrato tali minacce nell’orizzonte di un tentativo arrogante e continuo di colonizzazione culturale o, come dice il Papa, “ideologica”: “Stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche (…) che cercano di distruggere la famiglia (…) Non perdiamo la libertà della missione che Dio ci dà, la missione della famiglia (…) come famiglie dobbiamo essere molto, molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire ‘no’ a qualsiasi tentativo di colonizzazione della famiglia, e chiedere a san Giuseppe (…) che ci mandi l’ispirazione di sapere quando possiamo dire ‘sì’ e quando dobbiamo dire ‘no’ ” (id). Sono molto più che esortazioni: sono indicazioni di rotta e di metodo per la missione del popolo di Dio nel mondo quando si tratta di salvaguardare il bene dell’umanità. Ma il Papa fa un passo ulteriore, che colpisce ancor più pensando all’area geografica in cui parla: “La famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita” (id). …